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L’inferno attorno alle abitazioni a Piazza Armerina

Di Marta Furnari |

Piazza Armerina (Enna) – Oltre 24 ore di fuoco e fiamme a Piazza Armerina con tutte le contrade che circondano il centro abitato attaccate dai piromani incendiari. Una città ed i suoi boschi sotto assedio con colonne di fumo nero ovunque e i mezzi di soccorso che andavano incessantemente da un capo all’altro a sirene spiegate. Attivato il centro operativo comunale della protezione civile dal sindaco Filippo Miroddi e dal responsabile Mauro Mirci, attivata inoltre l’unità di crisi dalla prefettura di Enna. Il primo incendio si è verificato nell’area urbana prossima al campo sportivo Sant’Ippolito, poi Cresta del Gallo, la pineta di Santa Caterina, Ciappino, contrada Palermi – Campazzi, Ciavarini, Sambuco, Cicciona. Incendi interfaccia che hanno impegnato vigili del fuoco, corpo forestale e squadre sab, moduli anticendio della protezione civile, carabinieri e polizia, canadair ed elicotteri. Enna raggiungibile solo tramite il collegamento con Barrafranca e Pietraperzia. Le fiamme hanno lambito la caserma dei vigili del fuoco prossima al bosco di Santa Caterina dove si sono verificate 10 esplosioni di ordigni, residuati bellici della seconda guerra mondiale.

E’ stato necessario interdire al traffico la strada che conduce ad Aidone l’ingresso di Piazza Armerina nord ed un tratto della superstrada 117 bis. Le fiamme hanno minacciato il supermercato Ard e l’ospedale Michele Chiello. L’incendio com’era prevedibile ha scatenato le più disparate reazioni. Il deputato Antonio Venturino ha suggerito: «L’invio dell’Esercito per il presidio delle aree boschive e l’inasprimento delle pene per incendiari e piromani».

In contrada Palermi numerosi residenti hanno dovuto abbandonare i loro villini, mettere in salvo, famiglie, autovetture e animali: «Abbiamo avuto tanta paura non abbiamo dormito tutta la notte, i sacrifici di una vita possono essere vanificati in pochi minuti» dice Concetta Barbera, mentre il giovane Dario Nisi racconta: «Nonostante lo staglia fuoco nella nostra proprietà con il vento pagliuzze provenienti da una vicina pineta hanno minacciato l’area dove tengo il mio cavallo».

«Ho temuto che le fiamme arrivassero a casa mia» riferisce Filippo Ciancio che è stato tra i primi a segnalare. La struttura ricettiva Torre di Renda ha subìto il danneggiamento di una parte consistente di bosco nei pressi della piscina. Alle 2 di notte gli ospiti che soggiornavano nella struttura sono stati scortati dai carabinieri altrove: «Le fiamme erano alte 30 metri -dice il proprietario Ignazio Golino- aggrediti soprattutto gli eucalipti. Per fortuna è stata risparmiata la struttura e i danni sono comunque contenuti. E’ gente senza scrupoli che penalizza chi lavora onestamente».

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