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Da e-health a fake news, arriva pacchetto Ue 2 miliardi in 2 anni

Di Redazione |

BRUXELLES – Dall’e-health alla guida automatica, dalla playlist preferita di canzoni alla caccia ai falsi profili sui Facebook che diffondono a cascata le fake news sino all’assistente personale virtuale come Siri sull’iPhone. Sono solo alcune delle migliaia di applicazioni concrete – e destinate a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni – dell’Intelligenza Artificiale, su cui l’Ue ha deciso di puntare massicciamente presentando oggi un maxipacchetto da 2 miliardi di fondi per i prossimi 2 anni e investendo sul riutilizzo dei grandi dati. E’ infatti l’ultimo treno per cercare di agganciare Usa e Cina nella corsa allo sviluppo dell’economia digitale dei prossimi anni, legata all’Internet delle cose e che spazierà dall’industria ai trasporti sino all’energia e alla cybersicurezza.

 

“Dobbiamo investire almeno 20 miliardi entro il 2020, e oggi la Commissione sta facendo la sua parte”, ha dichiarato il vicepresidente per il mercato unico digitale Andrus Ansip. A ricercatori e imprese arriveranno 1,5 miliardi dal programma Horizon 2020 e 500 milioni dal Piano Juncker.

 

Il nuovo pacchetto Ue sull’intelligenza artificiale prevede misure di tre tipi. Primo, quelle economiche, con investimenti Ue pari a 2 miliardi in meno di due anni e l’intenzione di dedicare risorse molto più consistenti nel prossimo bilancio Ue post 2020, con l’obiettivo di spingere anche stati membri e privati a contribuire in modo sostanzioso. Viene inoltre proposta una legislazione ‘amica’ dell’economia dei dati che facilita l’accesso e il riutilizzo a basso costo dei grandi dati (non quelli personali) nei settori scientifico, industriale, dei trasporti, energetico e sanitario. In quest’ultimo settore, l’obiettivo è facilitare anche la vita del paziente, non solo fornendogli la possibilità di cure più personalizzate ma anche di accedere alla propria cartella clinica online e anche da un altro Paese Ue, così come alle ricette mediche.

 

Secondo, misure di tipo sociale: la parola d’ordine è formazione, per assicurare la transizione di lavoratori già occupati e preparare allo stesso tempo le nuove figure professionali, con il lancio di programmi di tirocinio ad hoc in partenariato con le imprese e finanziati dal Fondo sociale europeo. I primi 6mila stage all’estero sono disponibili per i neolaureati nel settore delle nuove tecnologie già dall’estate di quest’anno.

 

Terzo, fornire un quadro legale che assicuri lo sviluppo e l’utilizzo etico dell’intelligenza artificiale dei grandi dati – la privacy essendo già garantita dalle nuove rigide norme Ue che entreranno in vigore il 25 maggio -, con la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc e nuove norme anche a tutela dei consumatori che arriveranno entro metà 2019. Le cifre sulla corsa all’intelligenza artificiale, infatti, parlano chiaro: gli investimenti privati in Europa (2,4-3,2 miliardi) sono 5-6 volte inferiori a quelli negli Usa (12,1-18,6 miliardi) e tre volte in meno che in Asia (6,5-9,7 miliardi), mentre a livello pubblico gli Usa hanno già investito 1 miliardo nel 2016 solo in progetti non classificati e la Cina 1,7 miliardi in un unico parco tecnologico.

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