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La Costituzione: per i giovani un unico articolo, il lavoro

Di Pinella Leocata |

La mostra «Il viaggio della Costituzione» – promossa in occasione dei prossimi 70 anni dalla promulgazione, avvenuta l’1 gennaio del 1948 – farà tappa in 12 città italiane, una per ognuno dei 12 principi fondamentali. E’ un modo per riportare la Costituzione fisicamente e idealmente tra gli italiani, e per riproporla come «il “cuore”, il centro pulsante di una riflessione sui temi cardine della nostra identità storica e democratica».

Catania è la seconda tappa ed è dedicata al 2° articolo declinato nel tema della «solidarietà». La mostra sarà aperta fino al 19 ottobre dalle 9 alle 19, festivi compresi.

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I ragazzi si guardano intorno attratti soprattutto dagli schermi televisivi dove, con sequenza sfalsata, scorrono immagini delle teche Rai che illustrano il senso dei primi 12 articoli della Costituzione. Si va dalle immagini storiche del referendum per la Repubblica e del primo voto delle donne a quelle dei Padri e delle Madri Costituenti fino al tema della solidarietà rappresentato con le immagini degli “angeli del fango” che salvarono i capolavori di Firenze dall’inondazione dell’Arno. E poi gli interventi dei vigili del fuoco che accorrono nelle catastrofi e nei terremoti e le iniziative dei tanti volontari che s’impegnano e spendono a favore degli altri. E ancora video sull’uguaglianza, vista soprattutto come istruzione obbligatoria e gratuita per tutti, o così dovrebbe essere, e filmati e dati sul tema del lavoro, del decentramento, delle minoranze linguistiche, dei rapporti tra Stato e Chiesa, della cultura e della ricerca (20 premi Nobel italiani dal 1948 ad oggi), del diritto d’asilo (e qui i numeri – 181.405 migranti nel 2016, 176.554 rifugiati accolti – coprono realtà ben più complesse e contrastanti), e poi immagini della pace e del Tricolore, la nostra bandiera nata il 7 gennaio del 1797.

Ad ognuno dei 12 articoli, inoltre, è dedicato un pannello con un commento di un grande della storia, ed è possibile scaricare, attraverso un QR Code, quello fatto da Roberto Benigni appositamente per la mostra.

Il commento scritto all’art. 2 della Costituzione è di Papa Francesco: sono le parole che ha pronunciato in Vaticano il 28 ottobre 2014 all’incontro mondiale dei movimenti popolari. «Solidarietà – dice – è una parola che non sempre piace… è pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. E’ anche lottare contro le cause strutturali della povertà; la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la mancanza dei diritti sociali e lavorativi. E’ far fronte agli effetti distruttori dell’impero del denaro. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia».

I ragazzi guardano, leggono, commentano. Studiano all’istituto professionale Mazzei Sabin di Giarre e sono arrivati alla mostra con il pullman, accompagnati dalla loro docente di diritto ed economia Daniela Finocchiaro con cui hanno hanno studiato la Costituzione. La riconoscono, la rispettano, eppure sono arrabbiati, critici. La Repubblica fondata sul lavoro. «Ma quale lavoro? E quale uguaglianza?». «In troppi vivono in situazione di disagio familiare per mancanza di lavoro. Quando si perde il lavoro c’è incertezza e disuguaglianza economica. E manca un appoggio reale dello Stato». La prof. Finocchiaro racconta che quando i suoi studenti fanno queste considerazioni, «mostrandosi profondamente demotivati per il loro futuro», replica, li incoraggia. «Se non ci fosse lo Stato, non avreste l’ospedale, l’istruzione pubblica…». «Sì, ma se un padre perde il posto di lavoro non ci sono neanche i soldi per pagare i libri…». Come dire che per i giovani la Costituzione si riassume soprattutto nel suo primo articolo – «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro» – il fondamento di tutto. Ed è un fondamento che oggi vacilla.

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