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“La vedova allegra”, firmata da Vittorio Sgarbi, in scena al Massimo Bellini di Catania

Di Sergio Sciacca |

Catania – Sarà una Vedova allegra straordinaria, quella che il teatro massimo Bellini metterà in scena domenica prossima (10 novembre) alle 20,30 con repliche a seguire fino alla domenica successiva in vari orari.

Straordinaria perché a Catania una Vedova così fastosa non si vedeva da parecchi anni, quando in una estate ancora lontana dalle crisi venne data nell’incantevole scenario della villa Bellini in una estate in cui alcuni personaggi entrarono nello spazio scenico in carrozza trainata da cavalli e con artisti di prima grandezza. La nuova edizione non sarà da meno, con la regia firmata da Vittorio Sgarbi, la direzione orchestrale affidata ad Andrea Sanguineti, il coro istruito da Gea Garatti e un cast di collaudata valentia. Non solo: le immagini saranno proposte sul maxi schermo in piazza Università. Lo scopo del Teatro Massimo,- ha sottolineato il soprintendente Roberto Grossi (ieri sera durante il consueto Invito all’Opera) è quello di trasmettere la cultura e non soltanto di farne fruire una parte della cittadinanza. E’ già un evento, come ha ribadito in collegamento video in diretta Vittorio Sgarbi, anche nelle vesti di assessore regionale, perché questa regia mette assieme esigenze artistiche, sceniche e musicali di grande rilievo e si avvale della collaborazione con altri teatri nazionali. La cultura non deve essere campo concorrenziale ma deve ispirare collaborazioni che avvicinino all’arte il più grande numero possibile della cittadinanza. Francesco Nicolosi, direttore artistico del nostro Teatro che ha messo in programma per l’inaugurazione della prossima stagione una Rondine pucciniana di gran valore culturale e storico oltre che melodico, procede con un progetto culturale ben definito, in cui le motivazioni artistiche si coniugano con i richiami storici più rilevanti. Tanto per fare un esempio Vittorio Sgarbi nel corso del collegamento ha più volte sottolineato che la scena si richiama alla realtà italiana della borghesia nella belle époque: e questo per chi sa intendere, è di grande rilievo: tra l’altro è in arrivo a Castello Ursino, un dipinto di Antonello che conferma Catania come polo di eccellenza nelle arti. Nel corso dell’incontro con il numeroso uditorio, la prof. Maria Rosa De Luca, cattedratica di musicologia della nostra università, ha offerto spunti di grande rilievo. Gli artisti hanno attestato l’alto livello della produzione, che annovera tra gli altri Fabio Armiliato e Saverio Pugliese (nel ruolo di Danilo), Silvia della Benetta e Cristina Baggio in quello della Vedova, Armando Ariostini (il barone); Manuela Cucuccio e Leslie Visco (Valencienne). La parte dell’estroso Njegos sarà di Tuccio Musumeci che farà brillare la vis comica che lo distingue .

L’aspetto storico e culturale dell’operazione teatrale è stato sottolineato da una densa relazione di Graziella Pulvirenti, cattedratica di letteratura tedesca della nostra università, autrice di importanti saggi germanistici, la quale ha sottolineato i legami tra la musica e le arti, ma anche la sua influenza sulla politica. Hitler amava molto la Vedova allegra, la quale in effetti era il contrassegno dell’ultima fioritura del pangermanesimo. Fiorì in tempi di crisi, quando Hans Kelsen (il sommo giurista) delineava in un saggio rimasto epocale il venir meno delle nobili tradizioni germaniche. E anche le spiritosaggini di Schnitzler che sembrano uscire da un quadro di operetta erano l’attestazione della fine di un’epoca.

Gli studenti avranno di che apprendere e meditare per il presente. Per loro e per molte altre categorie sociali sono previsti consistenti sconti in biglietteria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA