C’è la voglia di ritrovarsi, di stare insieme, come ai vecchi tempi. E poco male se li chiamano eterni Peter Pan, perché se volare sospesi nel tempo vuol dire divertirsi e stare bene con se stessi, allora va bene così. Il nobile principio ispiratore del “cazzeggio tra amici” è il trait d’union che tiene ancora legati quattro ex-ragazzi di Augusta che, sabato prossimo, si ritroveranno, dopo quasi 40 anni, a L’Iride di Città della Notte di Villasmundo in un evento, non a caso, intitolato Reload.

Una storia simile a tante altre, dove la provincia degli anni Settanta, spesso piccola e stretta per alcuni giovani intraprendenti e carichi di speranze per il futuro, diventa il punto di partenza di un’esperienza di vita indimenticabile e duratura. Nel 1980 quattro ragazzi appassionati di musica, durante una festa in casa, fatta con musica suonata con il mangiadischi e sull’onda della colonna sonora delle Febbre del sabato sera decidono di mettere su una crew di disk jockey (parole per quei tempi quasi sconosciute dalle loro parti) convinti che il nuovo decennio sarebbe stato il punto di svolta della disco music. Tutto era in trasformazione e anche nell’Isola, grazie influenze e alle contaminazioni dei turisti europei e dei siciliani emigrati nel Nord Italia, stava per cambiare il modo di vivere la notte.

Dopo poco e senza tanto tergiversare, Daniele Barile, Rosario Farrauto, Maurizio e Seby Cianchino diedero vita alla Music Machine Production. Una esperienza contagiosa e dilagante, le piccole feste nei saloni di casa si trasformano in serate danzanti con centinaia di persone, tanto che in breve tanti altri amici che misero a disposizione il loro tempo e le loro competenze per curare la parte tecnica e le pubbliche relazioni. Il tempo passa, la vita fa il suo corso, i ragazzi di allora sono diventati tutti adulti sposati e con figli, ognuno di loro impegnato nelle proprie carriere professionali, qualcuno è dovuto persino emigrare per impegni di lavoro. Eppure un filo invisibile, in tutti questi anni, ha tenuto legati questi quattro ex giovani che, appena possono, scappano riunirsi e per stare insieme nella loro Sicilia.

La Music Machine Production al completo negli anni 80

«La Music Machine naque sotto buoni auspici nonostante, chiaramente, l’inesperienza e gli anni pionieristici – ricorda Daniele Barile -. In breve siamo diventi bravi a gestire una macchina complessa che non aveva paragoni nella zona e in poco tempo non c’era party privato, festa in piazza, balli della scuola, locale notturni, happening e vernissage in cui noi non eravamo coinvolti. Eravamo organizzatissimi, con tanto logo, adesivi e jingle cantati, cose che oggi sono normali per chi fa questo mestiere anche a livello amatoriale, ma che allora sembravano davvero innovazioni epocali. Fu un decennio magico, nato per caso e concluso altrettanto naturalmente».

Un periodo lungo dove le storie e gli aneddoti si rincorrono, «come quella volta in cui trasportammo tutta la strumentazione sulla “lapa” di un nostro amico fruttivendolo con tanto di guidatore cantante» raccontano, «o ancora quando riuscimmo a comprare le casse acustiche nuove facendoci prestare 200.000 lire da uno dei nostri papà per poi accorgerci, dopo averle montate, che non funzionavano».

Anni di un Paese diverso, più lento, dove ogni istante aveva un valore profondo. «Le prime cotte, le prese in giro, gli sfottò, il batticuore per la riuscita di una serata, l’entusiasmo per l’arrivo di nuovi dischi che si compravano sempre nello stesso negozio – conclude il suo personale amarcord Barile -. Sensazioni straordinarie che vogliamo ricreare insieme ai nostri amici di allora e di oggi anche solo per una sera, convinti che, nonostante gli anni, resteremo un gruppo unito per sempre».

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