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Ecco perché Baldini lasciò Fiorello: retroscena di una amicizia finita

Di Redazione |

MILANO – Il conduttore radiofonico Marco Baldini nel mirino dei clan. Il nome del personaggio dello spettacolo, così come si legge sui siti de “Il Giornale” e de “Il Giorno”, spunta nelle carte dell’operazione “Rubens” della Squadra mobile su un traffico internazionale di droga che si è conclusa con l’esecuzione di 45 provvedimenti – tra custodie cautelari in carcere e obbligo di firma – e che ha svelato in via Padova, a Milano, la zona in cui si scontrano le gang sudamericane, la base operativa sia dello spaccio sia del riciclagggio. A margine dell’indagine sui narcos peruviani, spunta la vicenda dei rapporti tra Zacco junior – che nella retata viene arrestato anche per traffico di droga – e Marco Baldini, e anche il nome di Fiorello finisce nero su bianco nelle motivazioni dell’ordine di custodia.

A Baldini, bisogna subito precisare, non viene attribuita alcuna responsabilità penale, anzi dalle conversazioni intercettate emergono le pressioni subite dal conduttore radiofonico da parte di Carlo Zacco, indagato per droga ed esponente di una famiglia che conta nella malavita milanese sin dagli anni Ottanta (il padre, il palermitano Antonino Zacco, finì nell’operazione Duomo Connection).

Zacco pretende da Baldini la restituzione di 10mila euro che gli avrebbe prestato in precedenza. Baldini cerca di prendere tempo, poi fa sapere a Zacco di aver firmato un contratto (siamo a fine 2013) e di poter estinguere in parte il debito.

Baldini nelle intercettazioni raccolte dalla polizia dice: «Un’ora fa ti ho chiamato ho firmato il contratto…il che vuol dire finalmente domani mattina lo portano in banca e nel giro di pochissimo abbiamo i soldi… è poco, una mezza piotta (50 mila euro)… pago quello che devo pagare… ho un piccolo impiccio di 5 mila e resta un ventello per me …ci vado comodo…tutto lì!».

Ma in quel periodo per Baldini sembra proprio difficile raccimolare la cifra che deve a Zacco e, scrive la polizia, al suo interlocutore «segue a dire che che in Rai per 50 mila euro non si muovono neanche e che per questa società hanno dovuto smuovere una società», poi, «hanno slittato di una settimana pari pari, lo doveva pagare la settima scorsa e questa doveva avere soldi..invece un socio, Marco Carboni…tra l’altro non so se conosci chi è il suo papà Flavio…lui fino all’ultimo era indeciso e poi è entrato…ha messo i soldi cosicchè loro hanno potuto fare il contratto con me e la banca ci anticipa tutto…».

La settimana seguente Baldini continua ad evidenziare i suoi problemi all’interlocutore. «…a mezzogiorno vado in banca e mi danno la data sicura, perchè l’ho portato giovedi e mi ha detto guarda Marco lavoriamo passa venerdì e ti diciamo la data, son passato venerdì e mi hanno tarantellato ancora e ho detto lunedì voglio una data non mi interessa devono essere due o tre giorni non possono essere di più perchè sto aspettando da mesi sta pratica…».

Ma Zacco comincia a spazientirsi: «Va bene mi fai sapere tu Marco, non mi far perdere tempo che ho casino in casa». E Baldini risponde: «Io ti darei subito 10.000 euro e subito dopo Natale ti do il resto. Io per non sbagliare ti dico subito… entro mercoledì della prossima settimana sono a Milano con i primi 10 ti va bene?».

Pochi giorni dopo, non riuscendo a far fronte agli impegni presi, il conduttore radiofonico cerca di giustificarsi con un presunto incidente («Ciao Ron. Scusa il ritardo ma sono uscito stamani dall’ospedale San Camillo. Ho disfatto l’altro ieri la macchina e mi sono rotto spalla, trauma cranico») ma Zacco non si impietosisce: «Ciao. spero tu stia bene. ma avevamo un piano. l’hai dimenticato?».

Il 10 gennaio 2014, scrive la polizia, riporta ilgiornale.it, Baldini afferma di non poter riscuotere direttamente dalla Rai avendo un contenzioso aperto con Equitalia, per cui Fiorello vende il prodotto alla Rai. Sarà Fiorello a pagare. E Baldini si lascia andare a giudizi severi verso l’amico Fiorello, partner in tramissioni televisive e radiofoniche.

A Zacco che gli dice «dev’essere onesto lui con te», Baldini risponde: «Non lo è… è come se dicessi a te devi diventare un bravo ragazzo… non è la sua natura… è un figlio di puttana… lui pensa solo a sé e a suo figlio… neanche a sua moglie… è un uomo che avrà 30 in banca… 7,8 case in giro, tra cui una villa in Sardegna e un bed and breakfast a Roma». Risponde Zacco: «Va bè chiamami che ci parlo io… io ero un mafioso… capito… questi fanno le prepotenze».

A quel punto, Baldini fa la cosa migliore di tutta la vicenda. Rompe l’accordo per la nuova trasmissione con Fiorello, e in una intervista spiega di averlo fatto per non coinvolgere l’amico nei rapporti con le numerose pressioni cui i suoi creditori lo stanno attualmente sottoponendo.

L’indagine è stata chiamata “Rubens” dopo che gli investigatori della Mobile hanno ascoltato una telefonata tra due sospetti (poi scomparsi nel nulla) che discutevano dell’acquisto di un quadro di Rubens. Tale possibilità non è più emersa nelle indagini ma la suggestione ha dato la firma all’inchiesta degli uomini diretti da Lorenzo Bucossi. In via Padova non c’era solo la base fisica di alcuni componenti della rete ma anche due money transfer (“Josilva Money” e “Punto travel”) attraverso cui i trafficanti spostavano grandi somme di denaro grazie ai titolari compiacenti. Singole transazioni anche superiori a 160mila euro autorizzate in cambio di un pagamento di 100 euro. Per questo è stato contestato il reato di riciclaggio ai titolari delle attività.

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