Notizie Locali


SEZIONI
Catania 21°

Archivio

Appalti, grido l’allarme della Cna: «Col nuovo Codice rischio tsunami»

Di Andrea Lodato |

CATANIA – Il grido d’allarme, ancora uno, lanciato dalla Cna siciliana che alza la voce e promette barricate, per evitare che un altro tsunami si abbatta sulla realtà delle piccole e medie imprese artigiane in Sicilia. Nodo del contendere, stavolta, è il nuovo Codice degli Appalti e alcuni articoli che, appunto, rischiano di risultare devastanti per le aziende, schiacciandole e scaraventandole fuori dal movimento degli appalti. Così da una agitata, ma concreta e nelle intenzioni anche costruttiva, riunione che la Cna Sicilia ha promosso ad Alcamo, un primo risultato, anche se non determinante e non decisivo, sembra essere emerso. E’ un emendamento nel collegato alla Finanziaria regionale che servirà, appunto a provare a correggere alcuni articoli del Codice degli Appalti, i cui effetti, hanno spiegato ad Alcamo i rappresentanti della Cna, stanno mettendo a dura prova la vita degli artigiani e delle piccole e medie imprese, oggi in grande affanno.

Ad annunciare l’avvio di questo percorso correttivo è stato Enzo Marchingiglio, vice capo di gabinetto vicario dell’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, anche lui intervenuto al focus organizzato da Cna Sicilia assieme alle Unioni delle “Costruzioni” e “Installazione e Impianti” della stessa Confederazione. In pratica, ha chiarito Enzo Marchingiglio, l’intervento legislativo riguarda i criteri di aggiudicazione contenuti all’art. 97 del Codice. Criteri che, alla luce delle modifiche apportate dal decreto legge 56/2017, si sono trasformati in una sorta di trappola mortale per le Pmi, che rappresentano ancora il vero motore trainante dell’economia siciliana.

Naturalmente non è bastato l’impegno espresso da Enzo Marchingiglio per sgomberare ad Alcamo il campo da fortissimi malumori, dall’idea che è francamente impossibile che, è stato detto nel corso del focus, sino ad oggi nessuno si sia accorto di quello che sta accadendo. Dove sono finite, è stato chiesto, le buone premesse annunciate in sede di presentazione del Codice degli Appalti? A certificare la stortura normativa sono, dice Cna, le soglie di assegnazione dei lavori che si aggirano oltre il 40%. Il testo dell’emendamento approderà nelle prossime ore all’Ars, ma la prova d’Aula si annuncia impegnativa e complessa anche per l’oggettiva difficoltà legata al suo possibile inserimento all’interno della cornice legislativa nazionale del Codice degli Appalti: nel recente passato, infatti, simili tentativi hanno incassato lo stop dalla Corte Costituzionale.

«E’ necessario allora che maturi una netta e decisa volontà politica»: è stato il coro lanciato dai dirigenti della Cna, pienamente condiviso dalla platea, affollata da artigiani e imprenditori del settore. Così, per prevenire il rischio, che la proposta si traduca in carta straccia, la Cna ha suggerito una soluzione forse meno radicale, ma ugualmente efficace. Si tratterebbe di reintrodurre la variabile in diminuzione, articolo 97 comma 2 lettera D, già presente nel Decreto Legislativo n° 50 del 2016 che manteneva contenute le soglie di aggiudicazione dei lavori con una forbice tra il 10 e il 20%.

Da Alcamo, per sensibilizzare e sollecitare le istituzioni, sia regionali che nazionali, è partita una petizione. E, manco a dirlo, già in questa occasione sono state raccolte le prime firme. L’iniziativa siciliana, ha annunciato il presidente nazionale di Cna Costruzioni, Enzo Ponzio, presente all’evento, è destinata ad essere replicata in altre parti d’Italia in modo da dare, in termini di rappresentanza sindacale, più forza e peso alla richiesta.

Al Focus hanno partecipato anche l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Anche loro sono preoccupati per la situazione che si è venuta a creare e hanno assicurato l’impegno per verificare le possibili correzioni. All’incontro, però, assenza pesante, pur se invitata mancava l’Anac. Un’occasione perduta per ascoltare il grido d’allarme degli operatori di questo settore che, inermi, invocano che qualcosa cambi in fretta. Il pericolo è che gli attuali ribassi non possano più garantire l’esecuzione delle opere a regola d’arte, la sicurezza nei cantieri e il lavoro regolare, determinando più contenziosi e, come già avvenuto in passato, lo stallo dei lavori pubblici. Il vice presidente della Regione ha prospettato una impostazione nuova con l’Autorità nazionale anticorruzione che «dovrà – ha detto – in Sicilia interloquire con il governo e con le imprese per ascoltare quelle che sono le richieste che arrivano dal territorio. Le scelte non possono essere subite in modo passivo».

Entrambi gli esponenti della giunta Musumeci, assieme al deputato regionale Sergio Tancredi, hanno manifestato ampia apertura e disponibilità al confronto con la Cna su temi e scelte che riguardano il presente e il futuro del tessuto produttivo. Al governo regionale gli artigiani hanno chiesto di dare priorità al lavoro, operando subito lo sblocco di quelle opere che dispongono già di un progetto definitivo. Ma che non vengono messe in gara per aspetti di natura burocratica. Nel corso dei lavori sono stati sciorinati numeri e cifre che fotografano il trend, ancora abbondantemente negativo, che caratterizza il comparto nell’ultimo decennio.

In fatto di investimenti pubblici, in Sicilia si è registrata una contrazione da 1,2 miliardi a 176 milioni, così come le gare, pubblicate sulla Gurs, sono passate da 1.238 a 121. La relazione è stata curata dal segretario regionale di Cna Costruzioni, Maurizio Merlino, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale della stessa Unione, Enzo Ponzio. Ai lavori sono intervenuti anche Luca Calabrese e Giuseppe Napolitano, rispettivamente presidente regionale di Cna Costruzioni e presidente regionale di Cna Installazione e Impianti e Vittorio Schininà, segretario regionale di Cna Installazione e Impianti. Seguito con particolare attenzione anche l’intervento di Andrea Ciulla, avvocato, esperto in materia di appalti pubblici. In apertura dei lavori, ai quali hanno aderito gli Ordini professionali, in particolare quello degli Ingegneri e degli Architetti, i saluti del presidente territoriale di Cna Trapani, Paolo Amato, del sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, e del presidente di Cna Sicilia, Nello Battiato. Un prezioso contributo all’organizzazione dell’evento è stato offerto dalla Cna del territorio e dal portavoce dell’Unione “Costruzioni” Nino Maltese e dal portavoce dell’Unione “Installazione e Impianti” Rosario Maltese. Nel pomeriggio spazio poi al “b2b”, con l’incontro tra operatori e aziende fornitrici, e ad una interessante conferenza sull’internazionalizzazione dei mercati a cura di “Rete Punica”, i cui contenuti sono stati anticipati in chiusura della fase convegnistica dal segretario della Cna Trapani, Luigi Giacalone.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA