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Confronto Camusso-Madia a festa de L’Unità a Catania

Di Carmela Marino |

Catania – «La disoccupazione giovanile continua a crescere non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese. Questo è particolarmente accentuato nelle regioni del Mezzogiorno. E credo debba essere il parametro da cui partire per discutere della nuova legge di bilancio». Lo ha detto alla festa nazionale de l’Unità a Catania la segretaria della Cgil Susanna Camusso protagonista dell’incontro odierno insieme al ministro alla Pubblica amministrazione Marianna Madia e a Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera. «Non si può continuare – osserva – con una politica che delega al sistema delle imprese se farà o non farà investimenti nel piano per l’occupazione».

«Il blocco dei contratti della pubblica amministrazione arriva dalla crisi economica. Come Paese ci troviamo in un momento in cui si può riaprire la contrattazione. Nella prossima legge di stabilità stanzieremo più risorse in Consiglio di ministri». Ha ribadito invece la ministra. «Ma la contrattazione non potrà escludere che si possano cambiare alcune leggi nella pubblica amministrazione – aggiunge la ministra – occorre capire come cambiare le regole perché ci sia un reclutamento selettivo per le categorie di assunzioni affinché ci sia una servizio migliore per tutti. Non c’è valutazione senza differenziazione. Occorre chiudere la stagione dei premi pubblici: premiare solo quelli che veramente fanno bene. Se il sindacato ci sta, faremo questo percorso insieme». 

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«Non vogliamo una pubblica amministrazione per forti, una burocrazia per forti. Quello che oggi troppo spesso capita è che l’effettiva complicazione, a volte anche opacità dei rapporti spesso tra amministrazioni, spesso bloccano risposte ai cittadini e quindi bloccano l’esercizio di diritti e le opportunità. quando un diritto viene bloccato e quando una opportunità viene bloccata ce la fa soltanto chi ha una rendita di posizione, chi ha un rapporto di forza». Ha ribadito ancora Madia. «Io penso che la chiave di tutto il processo riformatore che stiamo portando avanti – ha aggiunto – sta esattamente qui: noi vogliamo più equità e più opportunità. Io credo che questo non lo raggiungiamo soltanto con la riforma della pubblica amministrazione. Penso che sia importante mettere questa riforma in un quadro complessivo di riforme e in una strategia complessiva del governo».

«Quando il governo Renzi si è insediato – ha osservato la ministra – abbiamo trovato un Paese, il nostro, che rischiava di morire di politiche di austerità. Perchè una politica di austerità in sè non può funzionare? Perché scollega completamente l’azione del governo dalla qualità della vita i cittadini. Quello che abbiamo voluto fare attraverso l’azione del governo attraverso i rapporti con Bruxelles e l’Ue ma anche attraverso questo complesso di riforme è cambiare la qualità di vita dei cittadini». «Non sono così autoreferenziale nel pensare – ha concluso – che una riforma significa pubblicare dei decreti in Gazzetta Ufficiale. Noi dobbiamo riuscire a cambiare la vita dei cittadini in modo più equo, dando opportunità non solo ai forti, ma a tutti in modo trasparente».

E sulla campagna del Fertility Day la nota critica di Susanna Camusso:  «La campagna della fertilità? L’ho trovata offensiva. Io credo che innanzi tutto c’è un tema che si chiama libertà delle persone. La gente deve avere la libertà di scegliere». «Mi sembra evidente – aggiunge – con dati di disoccupazione giovanile così che forse c’è una preoccupazione su come si può costruire una famiglia ed avere delle prospettive future. Poi potremmo parlare dei dati sulle precarietà delle donne. Mi pare che sarebbe necessaria una politica di sostegno ad una libera scelta di maternità e della genitorialità, fatta dalla possibilità di avere delle strutture, fatta di asili nido e di un lavoro stabile. Forse – osserva Susanna Camusso – sarebbe meglio occuparsi di questo ed essere molto rispettosi con uomini e donne che procreano e che la fertilità ce l’hanno dal punto di vista medico e forse a cui non piace essere sbattuti sui manifesti». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA