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«Aiutatemi, la mamma vuole uccidermi e suicidarsi»

Di Valentina Raffa |

Piangeva ed era seriamente impaurito. Gli agenti hanno subito compreso che non si trattava di uno scherzo e hanno toccato con mano la paura che provava quel bimbo che piangeva e denunciava un episodio terribile, quel bimbo così tenero quanto anche coraggioso tanto da decidere di filare dritto alla polizia e raccontare l’inferno che stava vivendo in famiglia, perché qualcuno potesse aiutarlo.

I vigili urbani lo hanno tranquillizzato e lo hanno fatto accomodare nella stanza del vice comandante, Roberto Amore, che lo ha invitato a raccontare la sua storia e lo ha ascoltato con attenzione. Il bambino ha ribadito la sua versione dei fatti. Ha detto che la mamma, una donna albanese, ha impugnato un coltello e ha minacciato di ucciderlo, aggiungendo poi che si sarebbe suicidata. Sono stati momenti convulsi nella sede del Comando anche per lo stato di agitazione del bambino, che aveva paura per sé e per l’incolumità della madre e per questo ha pensato di correre ai ripari prima che fosse troppo tardi. Non era la prima volta che si verificavano episodi analoghi. Lo hanno scoperto gli agenti della polizia locale dopo avere chiamato d’urgenza i Servizi sociali del Comune di Modica. Di diverso questa volta c’è stata la pronta reazione del piccolo, che ha coraggiosamente deciso di porre fine all’angoscia che lo assaliva e, chissà, magari ha anche scongiurato che la madre compisse l’estremo gesto. Il bambino ha persino rifiutato di incontrare sia la madre che il padre, un italiano, che nel frattempo era stato rintracciato dai vigili urbani e informato di quanto era avvenuto.

Il personale dei servizi sociali, che già conosceva il contesto familiare delicato in cui vive il piccolo, è intervenuto in tempi brevi prendendo in custodia il ragazzino. La questione ha portato all’assunzione di un provvedimento drastico. La polizia locale ha, infatti, informato la procura della Repubblica per i minori di Catania e il giudice tutelare, e i Servizi sociali del Comune hanno affidato il bambino a una casa di accoglienza in attesa dei provvedimenti della magistratura etnea.

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