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«Ora anche Riscossione Sicilia rottamerà le cartelle pesanti»

Di Lillo Miceli |

In Sicilia cosa accadrà con l’entrata in vigore del decreto fiscale del governo?

«Esattamente ciò che sucederà nel resto d’Italia: la “rottamazione” si applica anche da noi. Le piccole e medie imprese e le famiglie non sono evasori, ma a causa della crisi economica e del meccanismo perverso finora in vigore, si sono ritrovati con bolli, more e interessi raddoppiati, che non sono stati in grado di pagare. I vantaggi non saranno solo per i cittadini, ma anche per noi che sicuramente avremo maggiori incassi. Ho convocato il direttore generale per questa mattina per capire cosa fare»

Si aspetta una risposta positiva.

«Sì, chi decide di pagare sappia che dovrà versare solo l’importo del tributo vivo che nella cartella è ben individuato».

Una fregatura per chi ha fatto ricorso alla rateizzazione.

«Affatto. Bisognerà rivedere i conteggi perché il pagamento non è stato completato».

Meno incassi, meno aggio per Riscossione Sicilia.

«Al contrario, ciò ci consentirà di portare gli attuali incassi da 600 milioni ad 1 miliardo di euro. Senza i bolli scandalosi, gli incassi cresceranno. Avremo maggiori risorse da investire nella lotta alla vera evasione, che è un crimine. Da oggi gli uffici si metteranno al servizio dei cittadini. Certo, ci sarà una fase di transizione e per questo chiederemo la collaborazione dei commercialisti per aiutare i loro clienti a comprendere meglio le novità».

Riscossione Sicilia rimarrà l’unica esattoria italiana che non dipende dallo Stato.

«Potrebbe essere un modo per sperimentare la “Casa delle finanze», spesso evocata dal premier Renzi. Ma va tenuto conto che c’è una direttiva europea, condivisibile, che prevede l’abolizione delle esattorie. In questo modo, il cittadino non pagherebbe più il 6% di aggio».

Ma dal punto di vista tecnologico, siete attrezzati per affrontare questa nuova fase, oppure la gente dovrà continuare a fare code per ore, prima di arrivare ad uno sportello?

«Abbiamo completato il progetto di infrastrutturazione che abbiamo presentato ai sindacati quindici giorni fa. Nei prossimi giorni, chiederò alla presidenza della commissione Bilancio dell’Ars di fissare una data per dare conto di tutto ciò che abbiamo fatto, visto che ci aveva chiesto un nuovo piano industriale».

Cosa cambierà per gli utenti?

«Il cambiamento sarà radicale. Il cittadino saprà come e quando pagare con un “sms” che saremo in grado di attivare entro il prossimo mese di giugno. Gli utenti, da casa, potranno informarsi sui rispettivi pagamenti. Tutto l’investimento è stato realizzato con fondi europei del Po Fesr, non graviamo sulle casse regionali. Avremo una nostra banca dati autonoma che adesso è gestita dal Monte Paschi di Siena, oltre un centro di calcolo autonomo. Il costo complessivo sarà di circa 6 milioni di euro».

Ci saranno dipendenti in esubero?

«No, con l’esodo siamo passati prima da 1.220 a 800 dipendenti. Adesso ne abbiamo 698. Ci sono dirigenti che reggono ad interim 3-4 uffici. Il contingente del personale è adeguato per la nuova organizzazione. Presto faremo un nuovo regolamento per le promozioni ed una giusta carriera. Sarà diversa anche l’organizzazione nel territorio. Non ci sarà più bisogno di avere un ufficio legale per ogni provincia. Abbiamo mantenuto l’impegno sulla disdetta delle sedi. A Palermo siamo passati da 1 milioni di affitto a 280 mila euro. Recuperiamo risorse per abbattere il debito».

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