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Esperti a Gela per la “pietra calendario” scoperta da 4 appassionati di archeologia: «Sensazione forte»

Di Redazione |

GELA – «E’ stata un’impressione molto forte, potente; l’equazione con la “pietra forata” di San Cipirrello è immediata». Questo il primo commento dell’archeologo Ferdinando Maurici, direttore del museo di Terrasini (Palermo), dopo aver visto, nel corso di un sopralluogo, la pietra-calendario del terzo millennio avanti Cristo (da qualcuno definita «la piccola Stonehenge gelese») scoperta da quattro appassionati di archeologia, in contrada in contrada «Cozzo Olivo», nelle campagne di Gela.

La pietra-forata sarebbe servita agli uomini della preistoria per segnare lo scorrere delle stagioni e degli anni, attraverso lo zenit del sole che (ancora oggi, come verificato) si staglia all’interno del foro nel solstizio d’inverno. L’entusiasmo, seppure controllato, si è letto anche nei volti degli altri studiosi, Andrea Orlando, astrofisico dell’università di Catania e direttore dell’istituto di archeo-astronomia di Sicilia, e Alberto Scuderi, direttore regionale dei Gruppi archeologici d’Italia, durante la conferenza stampa che si è tenuta stasera nella biblioteca del museo archeologico di Gela.

Orlando, per conto dell’università di Catania, ha annunciato l’istituzione di un comitato di studi aperto a ogni scienziato e ricercatore che voglia impegnarsi nella verifica dei dati etno-andropologici, geologici e archeologici indispensabili per definire l’esatta fisionomia della scoperta di Gela. Un invito personale sarà inviato a uno dei massimi esperti mondiali del settore, il prof. Giulio Magli, del Politecnico di Milano. «E se non troveremo in Italia i fondi per queste ricerche – ha detto Orlando – inviteremo le università straniere a finanziarci».

Le ricerche saranno estese a un’area molto vasta. Scuderi intanto ha rivelato che «testimonianze della presenza umana della ‘età del bronzo anticò sono state già scoperte attraverso il ritrovamento, da parte dei quattro appassionati gelesi, di una necropoli finora mai censita» e poi attraverso numerosi frammenti di vasellame e di «una ciotola-attingitoio». Tutto è stato segnalato e consegnato al museo archeologico di Gela, a disposizione della guardia di finanza che è stata informata. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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