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Cura dei tumori, in Sicilia eccellenze a Catania e Palermo

Di Giuseppe Bianca |

Oltre ai tre centri già citati nella classifica generale (nel dettaglio il Nuovo Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania risulta primo per il tumore al colon, stomaco e pancreas, l’Ospedale Civico di Palermo per il tumore alla prostata e alla vescica), si segnala l’Humanitas Centro Catanese di Oncologia (Catania) per quanto riguarda il tumore alla mammella.

Ad arrivare però non sono solo buone notizie. Nessuna struttura infatti è in linea con gli standard nella cura del tumore al polmone, mentre sulle altre patologie i risultati sono altalenanti. Il mancato raggiungimento dei volumi minimi invece è un aspetto legato alla qualità delle strutture e alla decisione dei pazienti di curarsi all’interno della Regione o altrove. Anche in questo caso è interessante notare come le percentuali siano notevolmente diverse a seconda dal tipo di tumore. Se per quanto riguarda il tumore al colon il 92,5% dei siciliani decide di curarsi nel proprio territorio, nel caso del tumore al pancreas la percentuale crolla al 60%. (all’interno della forbice si segnalano: tumore alla prostata 68,4%, tumore alla vescica 75,5%, tumore al polmone 83,9%, tumore allo Stomaco 87,9%, tumore alla mammella 88,9%, tumore alla prostata 28%).

Gianfranco Savoca, direttore dell’Unità operativa complessa di Urologia dell’Azienda ospedale Civico di Palermo commenta così il risultato della sua struttura:«Negli ultimi 5 anni abbiamo triplicato gli interventi oncologici. Non solo nei casi di prostata e vescica, ma anche al rene. Si tratta di operazioni effettuate per via laparoscopica. È una realtà ancora migliorabile. A questo però non ha corrisposto un adeguato sviluppo tecnologico. C’è necessità di nuovi laser e strumenti di laparoscopia e poi manca il robot Da Vinci che consentirebbe di trattare ancora più patologie. E poi il personale è anziano, non c’è ricambio. Da 11 anni non si fanno assunzioni a tempo indeterminato». La Regione ha bloccato l’acquisto del robot Da Vinci, con la motivazione che ce n’è già un altro all’ospedale Villa Sofia di Palermo, mentre in Lombardia la dotazione è di 26 robot, 7 in Toscana, 8 in Veneto.

Soddisfatto anche Roberto Bordonaro, direttore dell’Unità operativa complessa dell’Azienda Garibaldi di Catania: «Stiamo attrezzando all’interno della mia unità operativa un laboratorio di biologia molecolare per la diagnostica oncologica. Saremo l’unica oncologia medica sotto Napoli ad avere questo. Il ritardo nell’approvazione della rete ospedaliera ha di fatto bloccato i concorsi. Lavoriamo con piante organiche obsolete con carenze di organico di medici e infermieri, per noi fondamentali in ambito oncologico. Sono le figure con cui i pazienti si confrontano».

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