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«Naturismo fa rima con ambientalismo». Gela nuova “capitale”

Di Maria Concetta Goldini |

Lì in un luogo di bellissime dune, ma invase da plastiche residui delle vicine serre, una quarantina di naturisti provenienti dal Palermitano e dal Catanese (con loro anche alcuni bambini) hanno raccolto 18 sacchi di rifiuti in 500 metri di arenile. Sono scesi in campo nuovamente domenica scorsa in vari tratti di spiaggia per dimostrare che «la Sicilia non è inferiore al resto del mondo e che il naturismo può portare turismo e benessere». Si stima che 500mila italiani ogni anno vadano all’estero dove la pratica del naturismo è ben accettata. Nella sola Francia porta proventi pari a 80 milioni di euro.

E in Sicilia? Poche spiagge in cui il naturismo è consentito, strutture ricettive inesistenti. La prima più vicina si trova in Calabria. Adesso c’è anche la spiaggia di Gela: indicata un anno fa con ordinanza del sindaco è difficile da raggiungere. Segnalazioni scadenti, nulla attorno, né un bar nè un lido. Solo serre e in lontananza le ex ciminiere della raffineria. Ma le dune sono fantastiche e, adeguatamente ripulita, l’area potrebbe andar bene per un naturismo di giornata. Che è quello che poi esiste in Sicilia. E comunque non è soltanto la nostra isola ad essere indietro. «L’Italia rappresenta il fanalino di coda fra i Paesi industrializzati di tutto il mondo – dice il presidente dell’Uns Leonardo Rosso – per l’accettazione di ciò che rappresenta una nudità sana, naturale, educativa e familiare. La nudità erotica, provocante, pornografica che viene proposta dai media non ha nulla a che fare con il naturismo». Poi Rosso spiega il significato della Giornata momdiale del naturismo. «Ogni anno, per questa ricorrenza – dice – le spiagge si affollano di naturisti: single, coppie famiglie, bambini, nonni, naturisti di tutte le età; quest’anno grazie alle attività organizzate abbiamo voluto dare un segno concreto che la Sicilia può non è inferiore al resto del mondo. E’ stato interessante notare come molti “tessili” (così chiamiamo coloro che preferiscono non abbandonare il costume) si sono avvicinati a noi incuriositi da bandiere e striscioni. Con loro abbiamo condiviso piacevoli chiacchierate, vivande e nelle ore più calde della giornata anche delle letture sul naturismo».

«Chi prova a conoscerci – aggiunge il presidente dei naturisti siciliani – scopre che siamo delle persone assolutamente normali, quando parliamo ci guardiamo serenamente negli occhi, dimenticando completamente se indossiamo un costume griffato, un costume economico o siamo come mamma ci ha fatti, perché quello che conta è il nostro essere, le nostre idee; siamo persone spesso con posizioni differenti, culture diverse, ma siamo persone da conoscere e non corpi da osservare.

In una società che diventa sempre più diversificata e multirazziale rispettare chi è diverso da noi, chi ha delle idee diverse, diventa il primo fondamento di una società che si definisce civile e il primo passo per una pacifica convivenza». E conclude: «A noi naturisti viene da sorridere quando qualcuno ha da ridire per la presenza di bambini. In realtà sono gli adulti che a volte si scandalizzano, non i bambini che sono i primi a non far caso ai pezzetti di stoffa che ricoprono o no i nostri corpi». Dopo il timido avvio della Giornata mondiale del naturismo, il gruppo siciliano intende In futuro organizzare eventi di spessore maggiore, coinvolgendo non solo le altre regioni italiane, ma anche l’Inf (Federazione naturista internazionale), per portare centinaia, forse migliaia di persone nell’Isola.

Il tentativo è quello di invertite il fenomeno che vede l’Italia scartata da una cospicua percentuale di europei per le difficoltà di praticare naturismo. Infine l’appello alle amministrazioni a collaborare per creare occasioni d sviluppo e lavoro intercettando il flusso turistico dei naturisti.

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