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Terrorismo: Meriem, sentiti testimoni

Di Redazione |

VENEZIA, 19 SET – E’ un processo senza imputata ma soprattutto senza la certezza che sia ancora viva, quello nei confronti di Meriem Rehailly, la studentessa residente nel padovano e fuggita in Siria nel 2015 per combattere con il califfato, che ha registrato oggi al Tribunale a Venezia la seconda udienza. Tra problemi di traduzione e la certezza di familiari e difesa, rappresentata dall’avv. Andrea Niero, che la ragazza sia morta, come avrebbe riferito un’altra simpatizzante dell’Isis, si sono ricostruiti alcuni passaggi della sua fuga. Prima quello che la vede impreparata – come ha raccontato chi le ha venduto i biglietti – tanto da chiedere un tagliando di sola andata per la Turchia, senza sapere che serviva anche quello di ritorno. Dall’altra i militari dei Ros che, rispondendo anche alla Pm Francesca Crupi, hanno ricostruito come la ragazzini si fosse documentata con un ‘manuale’ del terrorista sul web. Poi è stata la volta del padre di origini marocchine il quale ha ribadito come la figlia sia stata plagiata.

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