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L’esercito dei quasi (dis)occupati: in Sicilia è boom di stagionali in nero

Di Daniele Ditta |

PALERMO –  Per i giovani rappresentano il primo canale d’ingresso nel mondo del lavoro. In Sicilia, spesso e volentieri, fanno rima con precariato e lavoro nero. Stiamo parlando degli impieghi stagionali: dagli stabilimenti balneari alla ristorazione, passando per l’agricoltura e il turismo, nel periodo estivo le occasioni di lavoro non mancano in terra sicula.

Al contempo, però, nell’Isola si registrano i picchi di “sommerso” più elevati tra i lavoratori stagionali: fino al 70%, al pari di altre regioni meridionali; mentre la media nazionale si attesta al 55% (in aumento rispetto all’anno scorso). Questa è la stima che la Cgil ha calcolato per l’estate 2017, la prima dopo l’abolizione dei voucher.

Le alternative ai vecchi voucher si chiamano libretto di famiglia e contratto di prestazione occasionale.

«L’ennesima forma di precarietà» afferma Andrea Gattuso, segretario della Nidil Cgil Palermo (categoria che si occupa dei lavoratori atipici), già responsabile regionale delle Politiche giovanili del sindacato. «I voucher – aggiunge – sono stati aboliti dal governo nazionale per evitare il referendum promosso dalla Cgil e sono poi ritornati con nomi diversi. Siamo però nuovamente di fronte a una pura transazione economica, che non prevede alcun diritto per i lavoratori».

Gattuso sposta quindi l’obiettivo sul lavoro stagionale: «In Sicilia il sommerso continua ad esserci. Chi si rivolge al sindacato denuncia orari improponibili, più di 40 ore settimanali, e condizioni di lavoro precarie. Il rischio è che il lavoro occasionale possa sovrapporsi e sostituire quasi totalmente il lavoro stagionale. Ricordiamo, tra l’altro, che i nuovi voucher non danno diritto all’indennità di disoccupazione».

Nel dettaglio, il libretto di famiglia – acquistabile attraverso la piattaforma informatica Inps o presso gli uffici postali – è utilizzabile solo dalle persone fisiche per remunerare prestazioni di lavoro occasionale in ambito domestico, inclusi i lavori di giardinaggio, pulizia o manutenzione; assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità, insegnamento privato supplementare. Nella sostanza, si tratta di titoli di pagamento con un valore nominale è di 10 euro, utilizzabili per prestazioni di durata non superiore a un’ora. Il valore nominale di 10 euro è stato suddiviso in 8 euro per il compenso a favore del prestatore; 1,65 euro per la contribuzione alla gestione separata dell’Inps; 0,25 euro per il premio assicurativo Inail; 0,10 euro per oneri di gestione della prestazione.

Il contratto di prestazione occasionale, invece, permette a professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori, associazioni, fondazioni e altri enti di natura privata, nonché determinate amministrazioni pubbliche, di pagare lavori cosiddetti saltuari. La misura del compenso può essere determinata dalle parti (utilizzatori e prestatori d’opera), purché non sia inferiore a 9 euro per ogni ora di lavoro. L’importo del compenso giornaliero non può essere inferiore a 36 euro per prestazioni di durata non superiore a 4 ore continuative. A carico dell’utilizzatore la contribuzione alla gestione separata Inps (33%) e il premio assicurativo Inail (3,5%). «Questi nuovi strumenti – conclude Gattuso – non fanno emergere il lavoro nero, ma sono guidati da un’unica filosofia di fondo: abbassare il costo del lavoro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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