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Diciott’anni all’improvviso: riflessioni di un ragazzo in crescita

Di Carmela Marino |

San Cataldo (Caltanissetta) –  In occasione della “Giornata dei diciottenni” organizzata dal comune in cui vivo, quello di San Cataldo, ho pensato di scrivere un testo contenente i miei pensieri. Mi farebbe piacere lo leggeste!Diciott’anni all’improvviso(Nuotare per non affogare)

Cerco di prendere sonno, so che non ci riuscirò. Troppo subbuglio nella mia testa. Pensare che poco tempo fa correvo tra i corridoi della mia scuola elementare e che la giornata di oggi delinea il passaggio alla maggiore età mi fa un certo effetto. Quei banchi che mi apparivano colossali adesso iniziano a rimpicciolirsi, il peso delle responsabilità che sentivo sulle spalle si fa lentamente più massiccio. 

La fatidica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” che ci perseguita fin da piccoli urge immancabilmente di una risposta, ora più che mai. Una risposta razionale, a cui, sfortunatamente, non si può rispondere “L’astronauta” o “Il calciatore” poiché l’esperienza insegna che le aspirazioni, a volte, finiscono per schiantarsi con la realtà, uscendo gravemente ferite. Sì, è vero, l’indipendenza, la macchina, la facoltà di gestire i propri risparmi e il diritto del “Provo a cambiare qualcosa”, il diritto di voto, rappresentano senza ombra di dubbio un traguardo notevole, ma non riesco a distogliere la mia attenzione da quel muro emotivo provvisto di una finestra per i doveri, davanti al quale rimango impietrito. Realizzo che il momento di sbrigarmela da solo è lì, davanti all’uscio della porta, e sta sì temporeggiando, ma busserà da un momento all’altro.Probabilmente sarò costretto ad andare a studiare lontano da casa, al nord dell’Italia o ancora, all’estero. Costretto a fuggire dalla terra che mi ha dato i natali, allontanandomi inevitabilmente dai miei cari, dalla mia gente. Sicilia mia, per me hai sempre rasentato la perfezione, culla di civiltà e culture millenarie, terra di passione e amore. Terra del sole, della brezza marina, dei profumi e dei sapori, sei. Casa. Ma credimi, patria mia, quando affermo che in assenza di un futuro e con l’amaro in bocca, i tuoi cannoli potrebbero non apparire più così tanto zuccherati. Provo a girarmi sull’altro fianco, provo a distendermi, a non pensarci più. So che quel giorno è arrivato, non so cosa quello successivo abbia in serbo per me.

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