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Messina, la Vara miracolo di fede e passione: in centomila alla processione di Ferragosto

Di Stello Vadalà |

MESSINA – Decine di migliaia, come ogni anno, i fedeli (tra di loro pure un consistente numero di turisti, considerato che per onorare l’evento una grande nave da crociera ferma in porto ha posticipato di ben 4 ore la partenza) che hanno assistito alla tradizionale processione propria del “mezzagosto messinese” della Vara. Un vero e proprio bagno di folla quello che, commosso e intensamente coinvolto, al grido di “Viva Maria”, ha accompagnato nel suo tragitto fino a piazza Duomo, correndo, ad ogni strappo dal migliaio di tiratori (tutti rigorosamente a piedi nudi e in abito bianco, proprio in onore della Madonna), l’imponente macchina votiva costruita nel XVI secolo, che narra, attraverso diversi personaggi, la morte della Vergine e la sua assunzione in cielo.

Nata, come precisa Gallo nel suo “Annali della città di Messina”, come carro trionfale, per onorare, il 21 ottobre del 1535, la visita nella città dello Stretto, dopo la conquista di Tunisi, di Carlo V d’Asburgo, la grande struttura è alta 13,5 metri circa e pesa 8 tonnellate ben distribuite. Anticamente, gli angioletti e la stessa Assunta erano impersonati, rispettivamente, da bambini scelti fra gli orfani del locale orfanotrofio e da una fanciulla, alla quale era concesso, a conclusione del giro, di concedere la grazia ad un condannato a morte.

Gli incidenti accaduti copiosi, tutti, però, “miracolosamente”, senza rilevanti conseguenze, convinsero, a meta del secolo XIX, a sostituire i figuranti con personaggi di cartapesta e a rivedere pure l’altezza della Vara. Ciò, tuttavia, non ha per nulla inciso sul vigoroso afflato religioso che anima i devoti. Migliaia di essi si sono disposti, a piccoli gruppi, lungo la via Garibaldi; altrettanti, si sono riuniti nei pressi di via 1 Settembre per assistere alla suggestiva “girata” che, condotta perfettamente a compimento grazie all’esperta perizia dei “vogatori”, ha consentito, anche quest’anno, al Santo simulacro di raggiungere serenamente piazza Duomo dove ha ricevuto la benedizione dell’arcivescovo Giovanni Accolla (la prima dell’alto prelato insediatosi alla guida della Chiesa peloritana lo scorso 20 ottobre).

Solo a quel punto è stato consentito ai tanti credenti, come vuole la tradizione religiosa messinese più antica, di accedere alle lunghe gomene per portarne via un pezzo da conservare come una vera e propria portentosa reliquia.

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