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Sequestrato patrimonio imprenditore vicino a clan Mistretta

Di Redazione |

MESSINA – Personale della Dia di Messina, supportato dal Centro operativo di Catania, su disposizione del Tribunale Misure di Prevenzione di Messina e in piena sinergia con la Dda della locale Procura guidata da Maurizio De Lucia, sta sequestrando il patrimonio ritenuto nella disponibilità di Antonio Smiriglia, noto imprenditore di Sant’Agata di Militello operante nel contesto delle forniture di inerti, e sospettato di contiguità con la criminalità organizzata della fascia tirrenica del Messinese. 

Smiriglia per gli investigatori risulta legato alla “famiglia mafiosa di Mistretta”, il cui esponente di vertice era l’ormai deceduto Sebastiano Rampulla, “rappresentante di Cosa Nostra” per l’intera provincia di Messina e fratello di Pietro, quest’ultimo condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise d’Appello di Caltanissetta poiché ritenuto “l’artificiere” della strage di Capaci.

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L’ imprenditore, pur essendo destinatario, nel tempo, di svariate investigazioni giudiziarie di competenza di più distretti giudiziari – tra le quali Omega, Scipione, Dionisio, Autostrada e Montagna – non ha mai subito provvedimenti di condanna per reati associativi o connessi agli ambienti della criminalità organizzata. Ciò nonostante, gli atti d’indagine disvelano la figura di un imprenditore concretamente legato alla criminalità organizzata attiva prevalentemente nell’area Nebroidea e Barcellonese, ed in particolare alla “famiglia di Mistretta” influente lungo la fascia costiera tirrenica. In forza di tali legami affaristici l’uomo avrebbe ottenuto, attraverso le sue imprese, commesse pubbliche i cui introiti, avrebbero, in parte, rimpinguato le tasche di “Cosa Nostra”. E’ stato documentato come Smiriglia sia stato sempre vicino a contesti criminali associativi partecipando, anche direttamente, a summit mafiosi, essendo – di fatto – un riferimento importante per diverse consorterie criminali espressioni locali messinesi di Cosa Nostra. Allo stato figura imputato in procedimenti penali, pendenti presso la Procura della Repubblica di Patti, per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale in ordine a contesti societari nella sua disponibilità.

L’odierna misura ablativa scaturisce dagli approfondimenti investigativi della D.I.A. di Messina che hanno messo in luce come l’imprenditore, con la compiacenza di fidati prestanome (congiunti e/o collaboratori), sia riuscito a “schermare” i suoi interessi imprenditoriali riferibili alla Sud Marmi S.r.l., mediante l’acquisto del pacchetto societario – formalmente non registrato – entrato in suo possesso da oltre tre anni, attraverso la Calcem  S.r.l., già sottoposta a sequestro di prevenzione lo scorso 18 luglio.

L’importante circostanza, opportunamente valorizzata dalla D.I.A. di Messina al competente P.M. inquirente con richiesta di idoneo provvedimento d’urgenza, ha permesso al Tribunale locale, nell’ottica del procedimento di prevenzione pendente, l’emissione del relativo provvedimento che ha colpito 1 azienda, 1 fabbricato e 5 terreni, ubicati nei comuni di San Marco d’Alunzio (ME) e Sant’Agata di Militello (ME) per un valore complessivo pari a 1.100.00 euro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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