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Incidente sulla Sansovino Il fratello di una delle vittime «Erano abbandonati allo sbando»

Di Redazione |

Messina. «Non si può morire in questo modo. Erano evidentemente allo sbando, senza alcun controllo, nè sicurezza, non si possono abbandonare così al loro destino i propri lavoratori».

Lo dice Paolo Parisi, fratello di Santo, motorista di Terrasini, deceduto ieri durante l’incidente sulla nave ‘Sansovinò a Messina. Lui e altri familiari delle vittime sono andati al Policlinico di Messina per il riconoscimento delle salme. Anche Nino Natoli, suocero di Gaetano D’Ambra, 27 anni, di Lipari, sposato e padre di una bimba, secondo ufficiale, rincara la dose: «Non doveva essere lì, era un sottufficiale, ma veniva costantemente applicato a mansioni da operaio e manovalanza. Gli facevano svolgere compiti ai quali non era tenuto. Voleva andarsene presto, per venire a lavorare con me».

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