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Operazione Gdf Messina, così il clan si finanziava con le videoslot truccate

Di Redazione |

MESSINA – Ruota attorno alla figura dell’imprenditore Domenico La Valle, titolare di un noto bar pasticceria ma attivo anche nel settore del noleggio di apparecchi da gioco videoslot e scommesse, l’operazione Domino della Guardia di Finanza nei confronti del clan Mangialupi di Messina. Nell’ambito dell’operazione sono state sequestrate 159 macchinette e 369 schede elettroniche alterate per ridurre la possibilità di vincita. Secondo gli inquirenti questa attività avrebbe fruttato oltre 1 mln e ottocento mila euro in sei anni.

  La Valle possedeva anche una sala giochi, una rivendita di tabacchi e un distributore di benzina. L’ufficio all’interno del distributore costituiva una vera e propria «cassa continua» dell’organizzazione. Già in passato la Guardia di Finanza, aveva sequestrato all’interno di una botola ubicata nella cabina del distributore, oltre 140 mila euro in contanti.

Gli arrestati, facendo leva sulla forza intimidatrice dell’organizzazione, avrebbero compiuti diversi raid criminali per mantenere il controllo del territorio. In un caso avrebbero scoperto gli autori di un furto facendosi restituire il bottino, in un altro avrebbero picchiato un cittadino extracomunitario, reo solo di avere conseguito una consistente vincita giocando con le macchinette riconducibili al clan, in un’intercettazione, infine, progettano di “gambizzare” una persona che aveva fatto un torto. Al clan si rivolgevano anche comuni cittadini, come ad esempio una persona al quale era stato rubato il cane da caccia che l’organizzazione avrebbe poi fatto ritrovare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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