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Il neo assessore Sgarbi: «Di Matteo? Non è un eroe, tanto è vero che è “stravivo”»

Di Redazione |

Le minacce di morte del boss mafioso Totò Riina al pm Antonino Di Matteo «lo hanno reso un eroe nazionale» e lui «ha continuato a cavalcare» questa vicenda «a vantaggio del suo eroismo». «Di Matteo non è un martire, tanto è vero che Riina è morto e lui è stravivo». Lo ha detto il neo assessore regionale siciliano ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai. «Che bisogno c’è di raccontare al mondo quelle intercettazioni?», dice Sgarbi, riferendosi alle intercettazioni in carcere in cui il boss Riina parla del magistrato augurandogli la morte «del tonno» come «Falcone». «Le hanno diffuse ovunque, perché non le tengono nascoste? Non dico che le minacce le ha volute lui ma ne ha tratto beneficio». E aggiunge: «Fiammetta Borsellino lo ha denunciato per avere depistato il processo a suo padre, e si continua a rendere eroe uno come Di Matteo. Non voglio che nessun magistrato, tranne Falcone e Borsellino, venga indicato come eroe senza che lo sia». 

«Non intendo replicare a questo signore che, per affermazioni dal contenuto molto simile, è già stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata mei miei confronti. Il processo inizierà a gennaio davanti al Tribunale di Monza» ha detto sull’argomento all’Adnkronos proprio Antonino Di Matteo.

In seguito Sgarbi ha precisato: «Io non ho attaccato il pm Di Matteo. Ho ricordato ciò che su di lui ha detto Fiammetta Borsellino e ho sottolineato che sul piano della comunicazione le minacce di Riina, che erano invettive e tali sono rimaste, sono state rese note per creare un’aura di pericolo e di suggestione intorno al pubblico ministero che ha usato la querela solo per impedirmi di parlare. Ma io parlerò finché avrò voce. Le dimissioni per me invocate da pusillanimi del Pd e M5S sono motivo di orgoglio per chi dice la verità e ha sottolineato, come io ho fatto, che non si è dato altrettanto rilievo alla parte delle intercettazioni di Riina che denuncia la trattativa Stato-mafia negli affari dell’energia pulita interesse primario di Matteo Messina Denaro». «Il mio intervento ha semplicemente inteso indicare la necessità di non trasformare gli uomini in eroi. Esattamente quanto disse Bertold Brecht: “sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. Io non credo e non voglio che la Sicilia sia sventurata». 

In passato, quando il neo Governatore siciliano, Nello Musumeci, che ha voluto Musumeci in Giunta, era Presidente della Commissione Antimafia all’Assemblea regionale siciliana, aveva più volte espresso la sua solidarietà al pm Di Matteo per le minacce ricevute e lo aveva invitato personalmente a una seduta della Commissione dedicata solo al magistrato. Alla fine della seduta, nel gennaio 2105, dedicata a Di Matteo Nello Musumeci, aveva detto: «Dobbiamo neutralizzare ogni tentativo di isolamento» nei confronti del magistrato più scortato d’Italia.

«Le parole Di Sgarbi sono inaccettabili, spero che Musumeci abbia il coraggio di prendere le distanze da questa vergogna, gli ritiri le deleghe e lo mandi via, a questo punto è inaccettabile anche la sua presenza come assessore di questa Regione». Lo ha scritto Giancarlo Cancelleri in un post su Facebook. «Musumeci deve scegliere con chi stare, con Nino Di Matteo e la lotta alla mafia o con Sgarbi e chi infanga e offende la storia degli eroi antimafia di questa terra e chi oggi rappresenta la migliore presenza dello Stato. A Nino Di Matteo la mia solidarietà e quella di tutto il gruppo parlamentare del M5S all’Ars».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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