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Estorsioni, respinta istanza di aprire al pubblico udienza preliminare processo Maniaci

Di Carmela Marino |

PALERMO – Sono quindici le parti civili costituite all’udienza preliminare a carico del direttore di Telejato Pino Maniaci, accusato di estorsione, e di 11 tra mafiosi ed estortori del clan di Borgetto (Pa) finiti in cella a maggio scorso. Il gup Gabriella Natale ha ammesso una serie di associazioni antiracket come SOS Impresa e la Fai, la Federazione Antiracket Italiana, il Comune di Borgetto, Confcommercio e Confesercenti ed alcune vittime del racket.  Il procedimento nasce da un’indagine della Procura di Palermo – pm Amelia Luise, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Annamaria Picozzi – a carico della cosca di Borgetto.

Per i pm Maniaci avrebbe estorto denaro e favori, come un contratto a termine per l’amante, ad alcuni amministratori locali, minacciando, nel caso in cui le sue pretese non fossero state esaudite, campagne di stampa negative sul loro operato sulla sua emittente tv. Vittime l’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca, l’ex assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi e il sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo.

Il legale del giornalista, l’avvocato Antonio Ingroia, ha chiesto che all’udienza fosse ammessa la partecipazione del pubblico, nonostante si tratti di udienza preliminare, quindi da tenersi a porte chiuse, ma il gup, accogliendo le richieste dei pm Luise e Del Bene, ha respinto l’istanza. Respinte anche le altre eccezioni, come quella di uno stralcio della posizione di Maniaci per consentire di trattare il suo caso con speditezza. Il giornalista, noto per le sue campagne antimafia, si è difeso sostenendo di essere vittima di un complotto ordito dopo le denunce della sua emittente contro la cattiva gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo presieduta dal giudice Silvana Saguto. L’udienza è stata rinviata al 14 marzo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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