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Presidente Mattarella all’Ars per 70 anni Parlamento siciliano

Di redazione |

PALERMO – Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è giunto a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale, per la celebrazione dei settant’anni della prima seduta del Parlamento siciliano. Alla seduta solenne, nella sala d’Ercole, partecipano diverse autorità istituzionali, politiche, militari e civili. Imponenti le misure di sicurezza all’interno e all’esterno del Palazzo dei Normanni. 

«La presenza in aula del Capo dello Stato costituisce motivo di orgoglio per questa Assemblea, che ha il vanto di rappresentare in Europa il primo Parlamento che la storia ricordi». Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, in apertura del suo discorso. «Non vi è dubbio che, nel corso dei decenni, la mafia si è insinuata tra questi scranni ed ha frequentato questo palazzo, confondendosi talvolta con una parte della classe politica. Quella stessa politica che ha negato nei decenni l’esistenza della mafia rendendosene nel contempo serva e complice».

«Ma sarebbe ingiusto ed ingeneroso non riconoscere che, pur in un contesto difficile, grazie all’autonomia sono state attuate importantissime riforme – ha detto Ardizzone – da quella agraria a quella urbanistica, a quella sull’elezione diretta dei sindaci e alle tante altre prese ad esempio nel resto d’Italia. Se ciò è stato possibile lo si deve a quella classe dirigente illuminata che ha utilizzato la specialità come mezzo di riscatto del popolo siciliano e non come fine della sua azione politica». «Parimenti in questi scranni si sono seduti deputati che, per la loro autorevolezza e il loro rigore morale, hanno pagato con la vita l’impegno politico, come i compianti Pio La Torre e Piersanti Mattarella – ha proseguito -. Risuona ancora in questa sala il coraggioso auspicio a “isolare e a respingere i comportamenti mafiosi”, formulato 38 anni fa dal presidente Pier Santi Mattarella, in occasione della visita del Capo dello Stato Sandro Pertini».

Rivolgendosi al capo dello Stato, Sergio Mattarella, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha poi detto: «Mi permetto di rivendicare la dignità di “un’autonomia responsabile”, da intendersi come rispetto e salvaguardia delle istanze di libertà e di autodeterminazione che sono ad essa sottese ma anche come capacità di assunzione delle relative responsabilità». «Per tali ragioni ritengo ormai non più procrastinabile una revisione dello Statuto speciale, che, oltre a sfrondarlo dei profili di difficile se non impossibile attuazione – ha aggiunto – ne adegui forma e contenuto alla mutata realtà sociale, economica e giuridica. Ciò deve concretamente tradursi, a mio avviso, in un percorso riformatore, concordato con lo Stato e possibilmente comune a tutte le autonomie speciali, che “attualizzi” le Carte statutarie». Per Ardizzone «l’attualizzazione dello Statuto speciale deve passare non solo dalla revisione dei contenuti ma anche dal ripensamento delle modalità per la sua modifica». «Da questo punto di vista – ha proseguito – occorre valorizzare al massimo delle sue potenzialità il principio di leale collaborazione, rendendo possibile una revisione di alcune parti attraverso il meccanismo dell’intesa con lo Stato, come già praticato con successo da altre Regioni speciali». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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