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Pietro Grasso si tira fuori: «Non mi candido alla presidenza della Regione»

Di Mario Barresi |

Alla fine il presidente del Senato Pietro Grasso ha detto no. Non si candiderà alla presidenza della Regione Sicilia alle prossime elezioni previste a novembre. E ha annunciato di voler declinare la proposta giunta dagli organismi regionali e nazionali del Pd.

I TORMENTI DEL PRESIDENTE E L’ANTICIPAZIONE SU LA SICILIA

«Il mio impegno e il mio amore per la Sicilia non smetterà di esprimersi in ogni forma e in ogni sede anche nazionale, ma i miei doveri istituzionali attuali mi impongono di svolgere, finché necessario, il mio ruolo di presidente del Senato», ha spiegato.

«Nel corso del colloquio tra Grasso e Orlando – si legge in una nota diffusa dal portavoce del Presidente del Senato – sono state affrontate tutte le implicazioni politiche e istituzionali di tale scelta, soprattutto in relazione al delicato momento della Legislatura e ai prossimi impegni del Senato della Repubblica su temi importanti per il Paese quali ad esempio la Legge elettorale e la Legge di Bilancio».  «Dopo una lunga riflessione – conclude la nota – il presidente Grasso e il sindaco Orlando hanno quindi convenuto, stante le condizioni attuali, sulla impossibilità di proseguire sull’ipotesi di candidatura proposta dal Pd».

Poco dopo l’ufficializzazione del rifiuto dell’ex procuratore di Palermo, Rosario Crocetta torna alla carica: «Avevo aderito con sincerità e lealtà al progetto Grasso Presidente. E credo che non esistano precedenti di presidenti della Regione uscenti, che abbiano dimostrato tanta lealtà nei confronti del proprio partito e della coalizione con la quale ha governato. Occorre adesso riprendere il confronto unitario, partendo dalla valutazione del grande lavoro che è stato svolto alla Regione in questi anni e che ha salvato la Sicilia». Lanciando un messaggio preciso al Pd e agli alleati: «La Regione – prosegue – non può essere affidata a pericolose avventure di governo che ripropongono gli schemi di quel passato che l’ha distrutta. Indietro non si torna e tale consapevolezza mi spinge a lottare e a impegnarmi con maggior vigore, fino in fondo, per fare della Sicilia una delle terre più avanzate e più ricche d’Europa, in un percorso di trasparenza e legalità».

Ma la posizione di Crocetta viene subito ridimensionata dall’intervento di Leoluca Orlando, assurto a king maker della politica siciliana in questi ultimi giorni. Dopo aver espresso «apprezzamento» al presidente Grasso «per avere ribadito che “finché necessario” proseguirà nel proprio ruolo di Presidente del Senato», il che, assieme al «ribadito “impegno ed amore per la Sicilia”, fa rilevare quanto importante sia la prospettata richiesta di disponibilità ad assumere un ruolo di guida per la nostra Regione». Ma le parole di Grasso «costituiscono una opportunità per l’avvio di un indispensabile ampio processo partecipato che miri ad individuare un quadro programmatico di interventi in discontinuità chiara e concreta con l’attuale assetto regionale», dice Orlando. «Su questo, occorre costruire un campo largo di realtà sociali e politiche che dia una prospettiva di futuro alla nostra Regione», afferma. Conclusione? «Ritengo urgente avviare tale doveroso percorso e sulla base di chiarezza e coerenza progettuale individuare successivamente candidature e ruoli».

E anche dai faraoniani arriva un chiaro stop alla fuga in avanti di Crocetta. Dopo la rinuncia di Grasso, dice il presidente del Pd siciliano, Giuseppe Bruno, «occorre avviare un percorso di assoluta discontinuità con il passato per dar vita ad un progetto che garantisca la crescita della Sicilia». Un «progetto nuovo, aperto a tutte le forze moderate e progressiste, che raccolga ampio consenso su questi valori». Dunque, «il percorso di discontinuità non si ferma – conclude Bruno – programma e alleanza vasta sono le nostre priorità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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