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Cancelleri: «Me la gioco all’ultimo voto». Con Grillo “portaborse”

Di Mario Barresi |

Dal programma del tour #SceglieteilFuturo emergono le date di Grillo in Sicilia. La prima, il “Catania-Day” è sabato prossimo. In coincidenza con la kermesse di Silvio Berlusconi in città. «Solo una casualità, la scelta era fra poche ipotesi», dicono dallo staff di comunicazione del M5S. Eppure c’è qualcuno convinto che sia una strategia precisa. Per «far sentire il fiato di Beppe sul collo del centrodestra». Ma soprattutto per «mostrare i muscoli», certi che «ce la giochiamo all’ultimo voto». A Catania il programma prevede «tanta strada e poco palco», rivelano dal quartier generale dei 5stelle. «Vuole parlare con la gente. Sarà al comizio delle 21? Forse». Ma il format prevede «una specie di gioco di ruolo, con Beppe che si divertirà a fare il “portaborse” di Giancarlo in giro per la città». Grillo sarà il giorno dopo a Palermo, dove tornerà il 3 novembre per il comizio finale.

A Trento, sul palco del nuovo spettacolo “Fake”, il comico-garante evoca il confronto con Berlusconi: «Siamo due buffoni, uno contro l’altro. Bisogna vedere qual è quello vero e quale quello falso». E poi, nell’«unica battuta sulla politica», affonda il colpo: «In Sicilia si sta ricomponendo il partito della mafia. Abbiamo perso qualsiasi senso morale, che è quello che ci accomuna. Abbiamo perso punti di riferimento, ti ritrovi di nuovo quelli vecchi e ti appoggi lì».

Se davvero di volata al fotofinish si tratta, comunque vada sarà un successo, perché «siamo Davide che prova a battere Golia», annota il vicepresidente della Camera a bordo dell’auto elettrica che conduce lui e il suo “socio” a Partanna. Riferendosi all’idea che «Giancarlo, che ha una sola lista con 62 candidati, tutti puliti, ha superato nei sondaggi un altro che ha un centinaio di candidati, cinque liste, e ha svuotato le carceri».

Al di là della vis manettara, il candidato premier del M5S ha centrato il punto. Il punto debole di Cancelleri. Perché quasi nessun istituto demoscopico ha misurato il peso delle liste. Che, negli ultimi giorni, sono molto più importanti di qualsiasi strategia d’immagine. In ogni tappa del tour, gli attivisti locali vengono regolarmente strigliati: «Il voto dei nostri non basta, se no perdiamo», è il ragionamento. Un invito anche ai candidati all’Ars: «Non è una gara fra voi per un seggio, è più importante la vittoria di Giancarlo. Dovete fare il porta a porta, cercare ovunque». Le reazioni? Non sempre entusiastiche. Il non sempre forte radicamento dei candidati all’Ars sul territorio resta il tallone d’Achille della campagna di Cancelleri.

La ricerca di elettori “laici” fa il paio con la strategia democristiana di Cancelleri. Parlare con tutti, ascoltare tutti. Non chiudere la porta in faccia a nessuno: forestali, precari, lavoratori della formazione. Un bacino di voti tutt’altro che grillino, ma che ora serve più che mai. Con una buccia di banana sui manager della sanità: «Li voglio provenienti da fuori Sicilia», ha detto il candidato in un forum a LiveSicilia. «Un virile programma leghista», lo stuzzica Claudio Fava. A proposito: Cancelleri, forse rintuzzato dai guru del movimento, corregge il tiro sull’ipotesi di un dialogo a sinistra: «Non facciamo alleanze. Se vinciamo, porteremo avanti il nostro programma. Chi lo vorrà, voterà i singoli provvedimenti all’Ars. Ma sedie per nessuno».

Si parla, tornando dal comizio serale a Ribera, dei numeri dei sondaggi. Dopo aver ingaggiato il duello con La Stampa sulla veridicità di un’indagine, i grillini riflettono a voce alta: «Non siamo avanti? Meglio: essere uno o due punti indietro, paradossalmente, è meglio. Perché ci dà la carica per fare di più», confessa Samuele Cutrera, giovane “advisor” ibleo di Cancelleri. «Più lo conoscono, più lo votano», è il mantra («sincero») dei comunicatori. Stizziti per il mancato confronto con Nello Musumeci: «Se si fosse fatto, saremmo al 45%», giurano.

Le prossime mosse, al netto dello sbarco di Grillo, riguardano gli assessori. Domenica si riuniranno i quattro designati, poi la raffica degli altri otto. «Sto incrociando le caselle, ci siamo», assicura Cancelleri. Sul tavolo (ma senza conferme) sempre il nome del ragusano Gianni Bocchieri, dirigente in Lombardia, per la Formazione. E, forse lunedì, arriveranno almeno «un paio di nomi che faranno il botto». La caccia agli identikit è già cominciata.

Twitter: @MarioBarresi

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