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Musumeci e i dolori della maggioranza che non c’è Sale la tensione con alleati

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – Tutti a casa per una notte. Qualcosa di più di una semplice ipotesi, alla fine poi accantonata. Il presidente della Regione Nello Musumeci avrebbe infatti concretamente considerato la possibilità di azzerare la giunta dopo aver registrato lo scollamento con la coalizione che dovrebbe supportare la sua azione di governo. Un modo per far capire che la tensione era veramente alta e il livello di guardia superato dopo la travagliata seduta d’aula di martedì all’Ars che ha portato alla bocciatura della mini-finanziaria, il ‘collegato’ che è tornato in commissione per mancanza di numeri.

Il timore che si affermi una politica meno in discontinuità dai metodi del passato rispetto a quelli auspicati da Palazzo d’Orleans trapelava del resto anche dalle parole dello stesso Musumeci nel video pubblicato martedì in serata in cui ha fatto riferimento ai «segnali che arrivano da chi dovrebbe fare quadrato in una coalizione di governo».

Al centro del confronto acceso con Forza Italia non c’è solo, ma anche, la mancata chiusura dell’ «ultimo vergognoso carrozzone della prima Repubblica» come ha definito Musumeci l’Ente di sviluppo agricolo, ma più in generale, l’atteggiamento di Forza Italia, che tenderebbe a frenare sulle riforme e sul «governo del cambiamento» che Musumeci vorrebbe portare avanti. Un problema di comunicazione, di obiettivi, di metodi, ma anche di soluzioni, che forse andrebbero trovate a metà strada, come qualcuno ha provato a sussurrare anche ieri. A fare da pacieri, oltre agli autonomisti, anche il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, che si pone come garante di mediazione presso i vertici degli azzurri. Tra gli ufficiali di collegamento che hanno ugualmente svolto un ruolo nei momenti più critici della giornata di martedì ci sono stati poi ben quattro assessori. Mimmo Turano, Ruggero Razza , Marco Falcone e Toto Cordaro che in due diverse occasioni hanno incontrato il presidente dell’Ars, Miccichè mettendo al centro degli obiettivi da portare a casa la riforma dell’Esa e il polo unico tra Crias e Ircac, priorità rispetto alle quali l’esecutivo non intende fare, anche nei prossimi mesi, passi indietro.

E proprio uno spiraglio sul futuro viene mantenuto aperto da chi, dietro le quinte, considera che tra Palazzo d’Orleans e la guida di Sala d’Ercole non ci sia tanto uno scontro personale, quanto una diversa esigenza di tempi e di obiettivi, tra l’operatività che il governo vuol portare avanti e i punti che il parlamento pensa di intestarsi chiedendo un maggiore coinvolgimento. Comprensibilmente poco tenere le opposizioni. A partire dai 5stelle che incalzano con il capogruppo Valentina Zafarana: «Caro presidente, benvenuto sulla terra. Le è piaciuta l’accozzaglia elettorale messa in campo solo per raccattare voti in chiave anti-5stelle?»

Più che diretto anche Giancarlo Cancelleri: «I risultati sono sotto gli occhi di tutti – dice Cancelleri- dopo sette mesi, Finanziaria a parte, e che Finanziaria, Musumeci non ha cavato un ragno dal buco», mentre il capogruppo del Pd all’Ars Lupo aggiunge: «Musumeci non tenti di scaricare sul Parlamento e sulle opposizioni le carenze della sua maggioranza ma chiarisca piuttosto come intende andare avanti». Per D’Agostino che si è rivolto all’indirizzo di Musumeci ieri all’Ars (Sicilia Futura): «la colpa più che della partitocrazia, è della partitocrazia della sua maggioranza». Se il quadro della “maggioranza che non c’è”, è tutto da ricomporre, solidarietà incondizionata è invece giunta ieri a Musumeci dopo che in un commento a un post di Valentina Zafarana, un utente su Fb aveva scritto: “presidente le auguro una morte lenta e dolorosa”. Zafarana ha annunciato che denuncerà il fatto alla polizia postale, mentre tra i primi a intervenire il presidente dell’Ars Miccichè: «Sono vicino e solidale con il presidente Musumeci. Chiunque alimenti questa cornice violenta va individuato e punito senza alcuna remora».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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