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M5S, Cancelleri: «A giugno il nostro candidato, campagna d’estate in camper con i big»

Di Mario Barresi |

Ma, in un’intervista, il leader darwiniano dei grillini ci svela anche l’agenda del M5s per le Regionali. Tempi («fra fine maggio e inizio giugno») e modi («con il voto online, ma seguito da una convention pubblica all’americana») della scelta del candidato governatore dei 5stelle. Che sarà in campagna elettorale «anche ad agosto, girando la Sicilia in camper», in un tour «in giacca e bermuda assieme a Di Maio, Di Battista e gli altri big nazionali». Per vincere, «ma senza superbia perché sei mesi sono un’era glaciale». E con una clamorosa promessa: «Non taglieremo teste nei palazzi della burocrazia». Con le dovute eccezioni, scritte «in una black list».

Cancelleri, il vicepresidente dell’Ars, Lupo, invoca un accordo con il M5s per uscire dalla palude della Finanziaria. Che dice, si può fare?

«Una proposta irricevibile: è il manuale Cencelli dell’emendamento. Una proposta di basso profilo, che denota la pessima qualità della politica siciliana di questi cinque anni».

Le intenzioni di Lupo, però, non sembrano così bizzarre…

«Non siamo disposti a spartirci le marchette come fossero figurine, né ad alimentare il voto di scambio parlamentare. Il governo Crocetta non ha i numeri per la finanziaria? Non ci interessa, fatti loro».

E cosa v’interessa, allora?

«Facciano proposte serie su 4-5 punti – i disabili, gli stipendi dei precari, i fondi per i Comuni e le ex Province – e noi su questi argomenti ci saremo. Così come ci siamo per togliere i vitalizi e i privilegi all’Ars. Senza chiedere nulla in cambio».

Eppure il M5s non è sempre stato il bastian contrario. C’era una volta il “modello Sicilia” e poi il vostro ex portavoce Venturino ha stimato che all’Ars dite sì a quasi tutte le proposte di Crocetta…

«Fu la prima cosa che dissi il giorno dell’elezione: voteremo le proposte che ci convincono. E così abbiamo fatto. Non so se cinque, dieci o mille volte. Non le ho contate. Ma ogni volta abbiamo votato per il bene della Sicilia. I ricatti li lasciamo a chi, anche in questi giorni, dice “io voto a favore, ma per me che c’è?”».

Nel dibattito sulla Finanziaria ha definito Crocetta «un uomo anziano e solo sul viale del tramonto». Non le sembra umanamente scorretto?

«Rispetto l’onestà dell’uomo, ma a causa della sua incapacità sono stati gli anni più bui per la Sicilia. Anche come immagine. Il presidente Crocetta a tratti è apparso a tutta l’Italia come un giullare più che come un’istituzione. Facendo vergognare i nostri cittadini di essere siciliani».

È sempre tutta colpa di Crocetta?

«Macché. Il Pd e gli altri alleati continuano a sostenere Crocetta, ma provano a smarcarsi. Un giochetto inutile e ridicolo: sono stati sgamati e da qui alle elezioni nessuno dimenticherà che se la Sicilia è al collasso la colpa è di tutti loro».

A proposito di elezioni. Dicono: i grillini sono favoriti, ma perderanno perché troppo spocchiosi. Pagherete il peccato di superbia?

«Noi lavoriamo duramente. Nessuna superbia né sopravvalutazione: la partita è aperta, i sei mesi da qui al voto sono un’era geologica. Riconosco a tutte le altre forze la possibilità di vincere. Certo, ci stiamo muovendo come quelli che potrebbero farcela».

Come vi state muovendo?

«Ad esempio dialogando con l’amministrazione regionale. Per farci conoscere, per fugare ogni dubbio: non taglieremo teste, vogliamo portare la Sicilia avanti e in alto. E non possiamo non collaborare con chi dovrà aiutarci».

Questa è una notizia. Non farete prigionieri fra ex cuffariani, ex lombardiani ed ex crocettiani?

«Non è vero che tutta la burocrazia regionale sia compromessa: pensiamo che ci sia un 80 per cento di persone valide, che magari sono state chiuse nello sgabuzzino e che potranno aiutarci».

Pensate così di colmare uno dei limiti che vi addebitano, ovvero la mancanza di classe dirigente?

«È una doppia sciocchezza. Perché, se si parla di politica, metteremo in campo il meglio di questa terra. Se si parla di pubblica amministrazione è giusto che sia così, perché dev’essere slegata dalla politica. I politici passano, i burocrati restano».

Nei palazzi di Palermo temevano l’arrivo dei barbari grillini. Possono stare tranquilli, allora?

«Abbiamo le idee chiare. Massima apertura, ma senza fare sconti né imbarcare saltatori nel carro dei e vincitori. E poi c’è pure una “black list”…».

E chi c’è in questa lista?

«Non mi pare elegante fare nomi. Ma non è un segreto che con noi a Palazzo d’Orléans non resterà l’attuale segretario generale, la dottoressa Monterosso».

Pur di sconfiggervi, qualcuno è disposto a sposare la tesi di Cuffaro: tutti insieme contro i grillini. Paura di finire schiacciati dalla grande ammucchiata?

«La nostra unica preoccupazione è portare quanti più cittadini siciliani a votare per noi. Sono sincero: non m’interessa di come ci sfideranno. Certo, se passasse il modello Cuffaro solo per batterci, la gente lo capirebbe. Sottovalutano i siciliani, è uno dei loro limiti».

Quando e come sceglierete il candidato governatore?

«Abbiamo deciso di accelerare. Fra fine maggio e inizio giugno sceglieremo con il nostro metodo delle Regionarie online la lista e il candidato presidente».

Come alle Comunarie di Palermo, con una successiva raffica di rinunce?

«A quelli che verranno scelti con il voto online nelle liste si chiederà se vogliono concorrere anche per la candidatura a presidente e ci sarà un ballottaggio per scegliere.

Sostengono che sia tutta una farsa: il candidato c’è già ed è proprio lei.

«Io sono in lizza, ma penso che ci sarà un ventaglio di proposte con persone tutte di grandissimo valore».

Scelte da poche centinaia di persone, da casa a colpi di clic…

«Queste sono le nostre regole, ma sbaglia chi ci immagina come degli smanettoni fuori dalla realtà. Il nostro metodo di selezione non preclude un fortissimo contatto con il territorio. E poi pensiamo a una bella festa, una convention all’americana, per presentare la lista e il candidato governatore. Davanti a migliaia di persone, non solo attivisti. Dietro quel mouse c’è gente reale, noi siamo molto più radicati fra la gente di chi non seleziona i candidati sul web».

E poi partirà la campagna elettorale. Quando?

«Subito dopo. In estate. Partiremo con la giacca e i bermuda. E andremo nelle spiagge e nelle piazze anche ad agosto. Pensiamo a un camper per girare tutta la Sicilia. Che è grande e non bastano tre mesi per batterla tutta a tappeto come vogliamo fare noi».

Qualcuno, fra i big nazionali del movimento, all’apice del caso Genova, ha fatto trapelare un timore: dopo il flop di Roma, visto anche il rischio di infiltrazioni d’ogni tipo in un contesto particolare come l’Isola, per Grillo sarebbe meglio non vincere le Regionali in Sicilia. I soliti giornalisti malefici?

«L’ho letto anch’io. È una cosa assolutamente folle, non so chi l’abbia tirata fuori. Sulla Sicilia Beppe punterà davvero tutto. E lo capirete dallo spiegamento di forze in campo: ad agosto gireremo la Sicilia in giacca e bermuda, sul camper con Di Maio, Di Battista e tanti altri. Anche Grillo e Davide Casaleggio saranno in prima linea».

Quindi non siete passati dal “ti piace vincere facile” alla paura di vincere?

«Niente paura, ma tanta voglia di vincere. Ce lo chiedono i siciliani, sta quasi diventando un dovere morale nei loro confronti…».

Twitter: @MarioBarresi

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