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Qua la zampa

“Cat cafè” e “dog restaurant”: come cambia la cultura sugli animali

Di Carmela Marino |

PALERMO – Da simboli sacri a bestie da soma, da cibo di sussistenza ad animali da compagnia, fino a diventare soggetti centrali della cultura alimentare e della famiglia, dotati di personalità giuridica: sono alcuni dei risvolti dell’articolato rapporto tra uomo e animali al centro di un convegno al museo internazionale delle marionette «Antonio Pasqualino» di Palermo. Studiosi ed esperti internazionali si confrontano su una «Zoosemiotica 2.0», cioè una prospettiva multidisciplinare sulle conseguenze delle nuove forme di convivenza con gli animali in un seminario promosso dall’Università di Palermo, dall’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dal Centro Internazionale di Scienze Semiotiche di Urbino, dal Circolo Semiologico Siciliano, dalla Fondazione Ignazio Buttitta e dallo stesso Museo «Pasqualino».

Da «oggetti posseduti» a soggetti di diritti, con conseguenze sul diritto civile e la comunicazione, come spiega il sociologo Gianfranco Marrone: «La forte presenza di animali domestici nelle famiglie ha creato nuove figure sociali – dice – e l’aumento di vegetariani e vegani sta mettendo in fortissima discussione la centralità dell’uomo rispetto ad altre specie viventi. Questa “umanizzazione” è evidente, ad esempio, nella pubblicità del cibo per animali, sempre più simile a quella per neonati».

«C’è una certa soggettività nel diritto italiano – osserva Giuditta Bassano, dell’Università di Bologna -. La difesa e la tutela degli animali ha subito una vera trasformazione. Se prima canili e gattili municipali erano delle prigioni dove i randagi venivano soppressi o ceduti alla vivisezione per scopi scientifici, oggi la legge tutela il loro diritto a una vita degna, equiparando ad esempio, l’obiezione di coscienza sull’aborto a quella sulla sperimentazione animale. Inoltre, una recente causa della cassazione penale su un caso di maltrattamento ha ricordato che i cani vanno trattati come i minori, e su questo fronte si cominciano a vedere le prime condanne». E se nelle nostre case gli animali condizionano persino l’arredo, nel nostro Paese iniziano a prendere piede i primi «cat cafè» e «dog restaurant», dove i quattro zampe sono avventori a pieno titolo, come spiega Alice Giannitrapani, dell’Università di Palermo: «Non si tratta di locali “pet friendly”, ma veri e propri luoghi dove oltre a interagire e giocare con gli animali presenti, come nel caso dei cat cafè nati a Taiwan e ora presenti in Europa e in Italia, è possibile portare il proprio cane per una precisa scelta nutrizionale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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