Chiaramonte Gulfi, scontro lungo la SS 514, muore un centauro
21/10/2017 - 10:42
di Redazione
RAGUSA - Un caso di caporalato è stato scoperto da carabinieri della compagnia di Ragusa e del Nil ad Acate durante una serie di apposite ispezioni. In un’azienda agricola di contrada Dirillo è stato trovato un bracciante romeno sottoposto a condizioni lavorative di sfruttamento.
All’uomo, infatti, fin dalla metà del 2015 per una giornata lavorativa di 9 ore veniva corrisposta una retribuzione giornaliera di 25 euro, inferiore ai minimali previsti per legge. Inoltre era ospitato in un alloggio dalle condizioni degradanti, che è stato sequestrato. I due datori di lavoro titolari dell’azienda agricola, un 47enne e un 43enne, entrambi con precedenti penali, sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura di Ragusa per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
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ASTOLFO
22 Ottobre 2017 - 12:12
Non è escluso che a sfruttare il datore di lavoro fosse invece il romeno, perché - data la crisi del settore - il reddito dell'azienda non bastava a pagare il pur misero compenso per il lavoratore. In ogni caso, è evidente che di questo passo gli agricoltori finiranno tutti alla Caritas o in prigione. Si può fissare astrattamente per legge un compenso per il lavoro di una persona senza tener conto delle condizioni economiche generali del contesto in cui si opera? Sarebbe come stabilire per legge che tutti devono essere ricchi, simpatici, alti, biondi e con gli occhi azzurri, anche se non lo sono!
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