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Msf, vaccini anti-morbillo a oltre 1 mln di bimbi in Congo

Milano, 17 ago. (AdnKronos Salute) – Per far fronte all’epidemia di morbillo che dilaga in Repubblica democratica del Congo, Medici senza frontiere ha vaccinato oltre un milione di bambini attraverso una campagna durata 9 mesi, a supporto del ministero della Salute. Da novembre 2016 le équipe di Msf hanno inoltre curato più di 41 mila […]

Di Redazione |

Milano, 17 ago. (AdnKronos Salute) – Per far fronte all’epidemia di morbillo che dilaga in Repubblica democratica del Congo, Medici senza frontiere ha vaccinato oltre un milione di bambini attraverso una campagna durata 9 mesi, a supporto del ministero della Salute. Da novembre 2016 le équipe di Msf hanno inoltre curato più di 41 mila bimbi colpiti dalla malattia nelle province di Maniema, Lomami, Tanganyika, Ituri, Sud Kivu ed Equateur. Lo comunica la Ong in una nota, sottolineando che “il morbillo è una malattia estremamente contagiosa” e “può risultare mortale in caso di complicanze e in mancanza di terapie adeguate. Affinché il vaccino sia efficace e impedisca il ripetersi continuo di epidemie, il 95% dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 15 anni deve essere vaccinato”.

In un Paese grande come la Repubblica democratica del Congo, dove le strade sono spesso sconnesse o inesistenti e il viaggio può essere ostacolato dall’insicurezza – riferisce l’organizzazione umanitaria – una serie rilevante di vincoli logistici impediscono il raggiungimento dei bambini in alcune aree particolarmente remote. Racconta Faustin Igulu, responsabile della promozione sanitaria di Msf: “Con la mia équipe volevamo raggiungere una particolare zona della provincia dell’Equateur, a circa 20 km da Bolomba. Siccome non ci sono strade, abbiamo usato delle motociclette. Per attraversare i fiumi abbiamo dovuto sollevare le moto, i frigoriferi portatili contenenti i vaccini e tutto il resto delle attrezzature necessarie su tavole di legno. Quando i sentieri sono diventati troppo stretti, abbiamo lasciato le moto e camminato per ore attraverso la foresta”.

“Tutti questi sforzi sono necessari – aggiunge Igulu – Le lunghe distanze per raggiungere le strutture sanitarie, la mancanza di risorse economiche per permettersi le terapie, l’uso di rimedi tradizionali sono fattori di rischio particolarmente elevati che compromettono la salute dei bambini in queste zone. Ecco perché facciamo tutto ciò che possiamo per raggiungere i villaggi e gli insediamenti più lontani, dove i bambini altrimenti non avrebbero accesso ai servizi sanitari o ai vaccini”.

I piccoli che vivono in zone remote e sono affetti dal morbillo con complicanze rischiano di non ricevere alcun trattamento, o di arrivare al centro di salute quando è ormai troppo tardi, mettendo in serio pericolo la loro vita, proseguono da Msf. “Molti bambini che abbiamo curato sono arrivati ​​in gravi condizioni all’ospedale a causa delle difficoltà di raggiungere i servizi sanitari”, testimonia Igulu.

L’associazione conferma il proprio impegno per fermare l’epidemia. “Attualmente – continua Igulu – le équipe di Msf stanno vaccinando i bambini contro il morbillo e forniscono gratuitamente il trattamento per il morbillo nelle province di Tshopo e South Kivu”.

Medici senza frontiere invita il ministero della Salute, le organizzazioni internazionali e i donatori ad aumentare rapidamente e considerevolmente la loro risposta alle numerose epidemie di morbillo che si verificano in tutto il Paese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA