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Sanità: oltre 5.500 ‘falsi infermieri’, professione a più alto tasso abusivi

Roma, 22 ago. (AdnKronos Salute) – Infermieri, professionisti della sanità più ‘imitati’. Sarebbero infatti 5.500 gli abusivi, secondo le stime dell’Ipasvi in base ai dati disponibili. Un rischio, quello di incappare in un abusivo, a cui non sfuggono nemmeno le strutture pubbliche, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, con la denuncia, a luglio, di […]

Di Redazione |

Roma, 22 ago. (AdnKronos Salute) – Infermieri, professionisti della sanità più ‘imitati’. Sarebbero infatti 5.500 gli abusivi, secondo le stime dell’Ipasvi in base ai dati disponibili. Un rischio, quello di incappare in un abusivo, a cui non sfuggono nemmeno le strutture pubbliche, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, con la denuncia, a luglio, di una falsa infermiera assunta all’ospedale di Pescara dopo aver presentato una documentazione fasulla, e successivamente scoperta grazie alla segnalazione del collegio Ipasvi regionale.

Difficile avere i numeri esatti dei ‘falsi professionisti’. Ma la Federazione degli infermieri propone una stima attendibile, partendo da un’indagine dei Nas del 2011-2012, secondo la quale su 2.783 segnalazioni per abusivismo quelle relative agli infermieri sono state ben 1.023. Un dato che conferma come la professione infermieristica sia quella dove si registrano i più alti tassi di esercizio abusivo. Nello stesso biennio le segnalazioni relative ai medici sono state infatti 725 e 679 quelle riferite agli odontoiatri.

A partire da questi dati è possibile una proiezione sulla situazione attuale. In Italia si stimano attualmente almeno 30 mila falsi professionisti con titoli di studio e curriculum artefatti, che esercitano abusivamente una professione. E ben 15 mila si trovano in ambito sanitario. Se le proporzioni dell’indagine Nas sono le stesse – e con tutta probabilità lo sono – si arriva alla stima di 5.500 abusivi infermieri, “fatto gravissimo per la professione, per la qualità dell’assistenza e soprattutto per i pazienti”, sottolinea la presidente dell’Ipasvi Barbara Mangiacavalli all’Adnkronos Salute.

“La necessità di una regolamentazione, di un controllo e di una garanzia ordinistica dell’accesso al lavoro di infermiere – aggiunge Mangiacavalli – è evidente quando si vede in modo chiaro che la professione infermieristica viene abusata senza un reale controllo. I blocchi del turn over e l’assenza di concorsi mettono nelle condizioni le aziende di cercare professionisti spesso attraverso le agenzie interinali, che non eseguono le necessarie verifiche di garanzia, peraltro previste dalla legge, ma immettono sul mercato massicce quantità di operatori con il rischio che questi siano ‘falsi’ o le cooperative, che oltre a essere per la maggiore parte fonte di ‘professione low cost’, non sono in grado neppure loro di eseguire i necessari controlli”.

“La nostra professione – prosegue Mangiacavalli – dovrebbe essere la prima a essere tutelata. E lo abbiamo chiesto con la trasformazione urgente dei collegi professionali in Ordini, ma anche con l’inserimento nel Ddl sull’equo compenso che, al di là dello stop a situazioni di sottocompenso, caratteristiche spesso delle cooperative, porterebbe a una verifica reale di chi si sta offrendo sul mercato”.

Secondo la presidente degli infermieri, in sintesi, serve dare uno “stop ai risparmi nelle strutture pubbliche ottenuti integrando gli organici mancanti per i blocchi del turn over con personale delle agenzie interinali o delle cooperative”. Stop anche “ai blocchi del turn over con le conseguenti, necessarie assunzioni. E soprattutto controlli più stringenti con l’obbligo per chi ricorre a un presunto infermiere di verificare la sua reale professionalità con il Collegio provinciale di appartenenza”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA