Notizie Locali


SEZIONI
Catania 17°

Anaao, domani stop per 40 mila interventi e migliaia di visite

Roma, 11 dic. (AdnKronos Salute) – Quello italiano è un Ssn che “finora si è sostenuto sul sacrificio di medici e dirigenti sanitari”. Con le Regioni che “hanno garantito i Lea, almeno quelle che lo hanno fatto, a spese dei professionisti, delle loro ferie, delle loro risorse accessorie, dell’abuso dell’orario di lavoro”. Lo sottolinea l’Anaao […]

Di Redazione |

Roma, 11 dic. (AdnKronos Salute) – Quello italiano è un Ssn che “finora si è sostenuto sul sacrificio di medici e dirigenti sanitari”. Con le Regioni che “hanno garantito i Lea, almeno quelle che lo hanno fatto, a spese dei professionisti, delle loro ferie, delle loro risorse accessorie, dell’abuso dell’orario di lavoro”. Lo sottolinea l’Anaao Assomed, tornando a illustrare in una nota le ragioni di una protesta che vedrà domani i camici bianchi di tutta Italia incrociare le braccia, causando “la sospensione di 40.000 interventi chirurgici, di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. La sanità – scrive l’Anaao Assomed – chiude un giorno per non chiudere per sempre”.

“La diminuzione del perimetro della tutela pubblica sta provocando tra i cittadini attese più lunghe, maggiori diseguaglianze territoriali, crescita del divario tra chi può curarsi pagando e chi no”, sostiene il sindacato dei medici. “Ormai si declina il diritto alla salute in base alla residenza e la distanza tra Bolzano e Napoli si può esprimere in 700 km o in 4 anni di aspettativa di vita. E la situazione, che la legge di bilancio 2018 nemmeno prende in considerazione, persa come è dietro bonus di ogni genere, è avviata a peggiorare. Questo il quadro dello sciopero nazionale dei medici e dei dirigenti sanitari, strutturati e precari, compresi quelli storici della ricerca, atipici, pagati con il baratto o assunti con contratti di dieci giorni”.

Domani è chiamato allo sciopero “chi vive da anni una condizione lavorativa caratterizzata da mancato rispetto delle pause e dei riposi, milioni di ore di lavoro non retribuite e non recuperabili, ferie non godute, turni notturni ad una età alla quale tutte le categorie, pubbliche e private, sono esonerate, reperibilità oltre il dettato contrattuale su più ospedali contemporaneamente, aumento dei carichi di lavoro festivi e notturni, progressioni di carriere rarefatte, livelli retributivi inchiodati al 2010 con perdite calcolate fino ai 50.000 euro per i giovani ed i livelli apicali”

Contemporaneamente, “un’intera generazione di giovani è relegata dopo 11-12 anni di formazione in contratti di lavoro precari ed atipici, molto simili a un caporalato 2.0, o nel limbo della disoccupazione post laurea. Nonostante ciò dopo 8 anni di blocco non si sente ancora il segnale di inizio per la discussione del Ccnl”, accusa l’Anaao, invitando i medici a “una civile protesta, per pretendere un cambiamento che non verrà da solo, per mettere in campo l’orgoglio di una categoria che è e vuole essere considerata gruppo dirigente, parte della soluzione della crisi della sanita italiana e non del problema. Per reclamare valore al nostro lavoro, che è diritto a difesa di altri diritti, perché i Lea siamo noi, le nostre competenze e conoscenze che fanno la differenza tra la vita e la morte, tra malattia e salute”.

“Se non rioccuperemo uno spazio politico, Regioni e aziende, con l’inerzia del ministero, assegneranno il ruolo ed il lavoro del medico a chi si offre a minor prezzo e con maggior interesse della politica. Per questi motivi chiamiamo i medici e i dirigenti sanitari a mobilitarsi per dare senso e forza alle battaglie, per chiedere al Governo una inversione di rotta che riporti la sanità pubblica, e quindi la salute degli italiani, nella agenda della politica nazionale, con la legge di bilancio e con il contratto nazionale, invece di scommettere contro se stesso investendo i soldi dei libretti postali nella sanità privata. Altrimenti – conclude il sindacato con l’hashtag #primadivotarepensallasalute – dovremmo pensare che i partiti al Governo hanno perso la salute. E la prognosi sarebbe riservata”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA