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D’Antona, moltiplicheremo impegno e solleciti alle Istituzioni

Milano, 12 dic. (AdnKronos Salute) – “A un anno della scadenza della legge” in materia, “metà delle donne italiane con tumore al seno ancora non possono essere curate in una Breast Unit della loro Regione, e quasi tutte (il 92%) non sanno nemmeno cosa sia un centro di senologia multidisciplinare e ignorano il proprio diritto […]

Di Redazione |

Milano, 12 dic. (AdnKronos Salute) – “A un anno della scadenza della legge” in materia, “metà delle donne italiane con tumore al seno ancora non possono essere curate in una Breast Unit della loro Regione, e quasi tutte (il 92%) non sanno nemmeno cosa sia un centro di senologia multidisciplinare e ignorano il proprio diritto ad accedervi”. E’ il bilancio di Europa Donna Italia, che ha fatto il punto oggi a Milano lanciando un video-appello affidato a Marisa Laurito: “Il nostro tempo non aspetta”, ammonisce l’attrice. Contro un cancro scritto nel destino di una donna italiana su 8 (tante, secondo le stime, si ammaleranno nel corso della vita), “non possiamo più aspettare. Ci sono molte donne che non possono più aspettare”.

“Abbiamo ottenuto un provvedimento molto importante per il nostro diritto alla salute”, ricorda Marisa Laurito. Un’Intesa sancita dalla Conferenza Stato-Regioni del 18 dicembre 2014 ha infatti stabilito che ogni Regione deve dotarsi di una Rete di servizi integrati di senologia multidisciplinari, le Breast Unit. Il team di ogni centro deve essere composto da almeno 6 professionisti (radiologo, chirurgo, patologo, oncologo, radioterapista, data manager) e ogni centro deve trattare almeno 150 nuovi casi ogni anno. “E’ un buon risultato – prosegue la testimonial – ma non è abbastanza perché”, nonostante il termine ultimo fissato per avviare le Breast Unit sia scaduto nel 2016, “nessuna Regione è ancora in regola, anche se c’è qualcuno che si dà molto da fare”.

Al momento – rileva infatti Europa Donna – le Regioni che hanno recepito l’Intesa Stato-Regioni del 2014 e hanno iniziato il percorso, ma non lo hanno terminato, sono solo 10: Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Tre (Campania, Abruzzo e Sardegna) stanno muovendo i primi passi, mentre le altre 7 Regioni (Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Sicilia e Trentino Alto Adige) non hanno ancora iniziato il percorso. “Chiediamo di sbrigarsi e rendere operative le Breast Unit. Che cosa state aspettando? Mi raccomando, per favore, rispettate le indicazioni dell’Intesa Stato-Regioni perché il nostro tempo non aspetta”, ribadisce l’attrice.

Le donne colpite da un cancro al seno “sono sempre di più”, ricordano da Europa Donna. I dati del 2017 parlano di oltre 50 mila nuovi casi nella Penisola, eppure “l’Italia è in ritardo su due fronti – afferma Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – Primo, i centri di senologia multidisciplinari, che assicurano un 18% in più di sopravvivenza dal tumore al seno, non sono ancora operativi in metà delle Regioni, come documentano i risultati del nostro monitoraggio; secondo, e lo dimostrano i dati dell’indagine condotta per noi da Swg, c’è un’assenza quasi totale di informazione e consapevolezza da parte della popolazione femminile. Il risultato è che le donne non sono curate come prevede la legge, soffrono di più e guariscono di meno, mentre l’incidenza della malattia non smette di aumentare”.

Se è vero che l’Italia appare tra i Paesi più virtuosi in termini di applicazione delle raccomandazioni europee – come è emerso dal quadro tracciato durante l’incontro milanese da Luigi Cataliotti, presidente di Senonetwork Italia e past president di Eusoma – questo ‘primato’ riguarda però solo l’aspetto normativo. Rischia cioè di restare sulla carta, perché nella pratica – come ha illustrato Corrado Tinterri di Humanitas, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico di Europa Donna Italia e membro del Gruppo di lavoro ministeriale per il coordinamento della Rete delle strutture di senologia – la situazione ‘a macchia di leopardo’ del nostro Paese rivela la necessità di un effettivo monitoraggio dell’operato delle Regioni.

“Proseguiremo nella nostra azione di ricognizione territoriale – promette D’Antona – e moltiplicheremo il nostro impegno nel sollecitare le Istituzioni perché si giunga al più presto alla completa applicazione della legge, affidando il sollecito a Marisa Laurito che lo ha fatto suo con la passione che la contraddistingue”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA