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Psicologia: la master coach, i segreti per non perdere la bussola a Sanremo

Roma, 5 feb. (AdnKronos Salute) – Il peso dello sguardo di milioni di occhi pronti a giudicare e la tensione che precede l’esibizione preparata a lungo possono fare brutti scherzi, compromettendo la performance sul palco dell’Ariston. Per dare il meglio di sé e lasciare il segno Marina Osnaghi, prima master certified coach in Italia, ha […]

Di Redazione |

Roma, 5 feb. (AdnKronos Salute) – Il peso dello sguardo di milioni di occhi pronti a giudicare e la tensione che precede l’esibizione preparata a lungo possono fare brutti scherzi, compromettendo la performance sul palco dell’Ariston. Per dare il meglio di sé e lasciare il segno Marina Osnaghi, prima master certified coach in Italia, ha stilato un decalogo di consigli, sotto forma di promemoria, utili a Sanremo come nella vita quotidiana.

Anche i veterani dell’Ariston possono soffrire di ansia da performance che cresce con l’approssimarsi dell’esibizione davanti a milioni di italiani e incorrere in errori che possono anche compromettere una carriera. Ma come superare questa impasse e presentarsi sul palcoscenico lasciando tutti a bocca aperta? “Il fallimento è pesante, il successo è bellissimo e desiderato. Eppure entrambi sono accomunabili in un solo concetto: il peso della performance”, spiega Osnaghi.

“Essere all’altezza del risultato e delle aspettative non è facile – riflette – Viviamo in un mondo che cerca di eludere in tutti i modi le sconfitte e privilegiare le vittorie, con modelli sociali che esaltano la capacità dell’individuo di compiere performance strabilianti e ottenere il plauso generale, fama e denaro. E inaspettatamente, il peso è uguale e contrario sia che si vinca sia che si perda. Se hai successo devi continuare ad averlo, se fallisci hai fatto male e devi assolutamente smettere. Le aspettative, personali e degli altri, sono in agguato; incarnate da chi osserva e giudica”.

Ecco dunque i 10 promemoria che Osnaghi consiglia di ripetersi prima della performance, a Sanremo come in ufficio, per avere un effetto concreto e potente su ogni stress:

1) Sono ciò che sono, non ciò che faccio: soprattutto non sono ciò che il mondo esterno mi dice che devo essere;

2) Sono un soggetto e non un oggetto. L’impegno a fare del mio meglio e cercare la vittoria è un must, eppure più del mio meglio non posso fare;

3) Le situazioni sono sempre sia bianche che nere con molte sfumature in mezzo: ricercare gli assoluti difficilmente corrisponde alla vita vera;

4) Nella più grande gioia può esserci tristezza e viceversa: è nella natura dell’esistere;

5) Le critiche e le lodi a volte sono affrettate e soggettive: dall’esterno il ‘fare’ di un altro sembra sempre più facile di quel che è.

Ancora, suggerisce di pensare la master coach:

6) Cosa posso perdonarmi oggi? Non posso essere perfetto e gli errori sono l’unico modo per apprendere: devo fare esperienza e rischiare l’errore, solo così posso sentirmi esperto;

7) Avere paura o provare emozione è normale, le emozioni mi spronano a fare, senza non sono in grado di agire: do il benvenuto a me, così come sono, alle persone che ho di fronte, alla sfida che ho davanti;

8) Il successo pesa quanto la sconfitta: il dovere di far bene è una voce che non si spegne mai nel nostro retro cranio. Specialmente in posizioni di responsabilità o di grande visibilità mediatica;

9) Cosa mi sta mettendo in crisi? Nei momenti di critica cerca di fare qualcosa, anche piccolo, che ti aiuti ad uscire dai guai: qual è il primo passo da fare?

10) Dopo ogni esperienza chiediti: cosa ho imparato che mi può essere utile per il futuro? Cosa voglio rifare di quello che ho fatto? Cosa voglio smettere di fare perché non serve?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA