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Il fenicottero rosa è il padre esemplare

Di Redazione |

Roma – Attendere alla cura, all’educazione e allo sviluppo dei piccoli, sostenendo la propria compagna quando è poco in forze: se questo è il modo di essere un ottimo padre, il fenicottero rosa entra a pieno titolo tra gli animali che meglio rappresentano il giorno di San Giuseppe e la Festa del papà, appena trascorsa. Lo studio “How to be a great dad”, condotto dal Parco Natura viva di Bussolengo in collaborazione con le università di Parma e di Padova, pubblicato su “PeerJ”, dimostra come in questa specie il maschio compensi l’investimento di energie che mamma fenicottero profonde nel deporre l’uovo trascorrendo da quel momento più tempo della propria compagna a covare e difendere il nido.

L’obiettivo di papà fenicottero è portare l’uovo alla schiusa, tutelando così l’unico piccolo che la coppia può avere per stagione. Un contributo fondamentale al successo riproduttivo dell’intera colonia: dai dati della ricerca emerge infatti che 27 delle 35 coppie monitorate hanno visto il proprio uovo schiudersi con successo e, di queste, solo 2 hanno dovuto deporre il secondo uovo prima di poter allevare il proprio pulcino. Oggi la colonia del Parco Natura viva ha raggiunto il numero record di 185 esemplari, ingrandendo di 2 volte e mezzo il nucleo originario di 70 individui.

“I dati non lasciano spazio alle interpretazioni – commenta Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del parco, primo autore dello studio – Di fronte al 9% del tempo trascorso dalle femmine nei dintorni del nido, abbiamo registrato il 26% del tempo profuso dai maschi, principalmente intenti a difenderlo dall’aggirarsi degli altri individui”. La presenza sul nido occupa poi il 45% del tempo della femmina di fenicottero a fronte del 55% del maschio, speso principalmente a covare l’uovo; infine, mentre la femmina trascorre il 47% del proprio tempo distante dal nido, il maschio non si allontana se non per il 19% del tempo. “Questo dimostra che l’unico obiettivo di papà fenicottero è ridurre il rischio che l’uovo venga predato, rotoli via dal nido o non sia vitale e tutte le sue energie sono rivolte alla nascita del pulcino”, precisa Sandri.

Un impegno che non termina con la schiusa: “Il papà – evidenzia l’esperto – continua a condividere con la mamma la cura del piccolo, tenendolo al caldo, proteggendolo e guidandolo nell’esplorazione del nuovo mondo. Poi, trascorso il primo mese di vita e insieme agli altri pulcini, viene costituito l”asilo” dei fenicotteri. Qui i piccoli staranno tutti insieme, mentre i genitori a turno andranno dar da mangiare al proprio pulcino, riconoscendolo tra tutti”. E se si considera che questa specie fonda la propria sopravvivenza sulla vitalità della colonia in cui vivono gli esemplari, si comprende quanto importante sia che papà fenicottero raggiunga il suo obiettivo, stagione dopo stagione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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