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Farmaci: Usa, paletti anti-dipendenza oppioidi creano carenze in ospedali

Roma, 19 mar. (AdnKronos Salute) – Consumi di farmaci antidolorifici alle stelle e, come tragica conseguenza, carenza di questi medicinali negli ospedali. E’ ciò che sta succedendo negli Stati Uniti, dove dilaga il fenomeno della dipendenza da questi prodotti che stanno però diventando quasi introvabili per chi deve usarli allo scopo di sedare il dolore […]

Di Redazione |

Roma, 19 mar. (AdnKronos Salute) – Consumi di farmaci antidolorifici alle stelle e, come tragica conseguenza, carenza di questi medicinali negli ospedali. E’ ciò che sta succedendo negli Stati Uniti, dove dilaga il fenomeno della dipendenza da questi prodotti che stanno però diventando quasi introvabili per chi deve usarli allo scopo di sedare il dolore acuto di pazienti in gravissime condizioni. A lanciare l’allarme è l’Institute for Safe Medication Practices, che evidenzia la mancanza nelle strutture sanitarie di potenti oppioidi come morfina, fentanyl e dilaudid.

E il motivo non è legato tanto al largo consumo di questi farmaci, quanto alle crescenti restrizioni nella loro produzione e vendita, introdotte dalle autorità proprio per arginare l’ondata di casi di assuefazione e tossicomania.

Come risultato, i farmacisti ospedalieri faticano a trovare delle alternative efficaci – riporta la Cnn – e gli infermieri devono spesso somministrare prodotti di seconda scelta o aumentare le dosi di medicinali meno potenti. Questo aumenta il rischio di errori, sovradosaggi e necessità di rimandare interventi chirurgici non urgenti, ma che necessitano comunque di prodotti del genere nella fase post-operatoria, in attesa che la situazione migliori.

Le società mediche intanto invitano tutti i colleghi all’accortezza, ricordando che “dare una dose sbagliata di morfina può dar luogo a danni gravissimi o morte”, spiega Mike Ganio dell’American Society of Health-System Pharmacists.

“Il sistema è stato studiato per garantire la sicurezza in situazioni standard – fa notare Beverly Philip, vice presidente Scientific Affairs della American Society of Anesthesiologists – ma se si cambiano i farmaci, questa viene meno. Se occorre usare un medicinale in una siringa pre-riempita con 1 milligrammo di prodotto, perché il paziente ha bisogno di 1 mg, è facile. Ma se si deve modificare il dosaggio, non dico che il medico o l’infermiere non siano in grado, però aumenta la possibilità di errore”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA