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Psichiatria: esperto, crescono femminicidi, violenza maschi problema sociale

Roma, 19 mar. (AdnKronos Salute) – L’ultimo in ordine cronologico è l’omicidio della giovane Laura, accoltellata dal compagno e gettata in un pozzo vicino Siracusa. “Ennesimo caso di femminicidio nel nostro Paese, un fenomeno che ha subito un aumento esponenziale e unica forma di delitto contro la persona in crescita. Occorre ricordare che la gelosia […]

Di Redazione |

Roma, 19 mar. (AdnKronos Salute) – L’ultimo in ordine cronologico è l’omicidio della giovane Laura, accoltellata dal compagno e gettata in un pozzo vicino Siracusa. “Ennesimo caso di femminicidio nel nostro Paese, un fenomeno che ha subito un aumento esponenziale e unica forma di delitto contro la persona in crescita. Occorre ricordare che la gelosia estrema può essere una componente determinante nel trasformare i mariti e i compagni in omicidi, ma non deve essere confusa con la psicopatologia. La sofferenza clinica c’è in una minoranza di casi, molti invece sono forme estreme di violenza maschile che stanno diventano un problema sociale”. Lo spiega all’AdnKronos Salute Bernardo Carpiniello, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip).

La gelosia “come necessità estrema di controllo totale sugli altri” e la dinamica “psicologica del possesso” sono due aspetti dei femminicidi, analizza l’esperto. Nei partner omicidi c’è “l’incapacità di tollerare la rottura del rapporto e l’abbandono diventa inaccettabile, come il fatto di rimanere soli. Al punto da portare alla scelta di eliminare la compagna o la moglie”. Il numero uno della Sip ci tiene a sottolineare che “possono esserci dei casi di psicopatologia in senso clinico legata all’abbandono o alla rottura di un rapporto, ma sono una minoranza. Purtroppo i fatti di cronaca – chiarisce Carpiniello – dimostrano che sono le persone normali, senza disturbi mentali propriamente detti, a commettere questi gesti.

Quindi, ogni volta che ci si trova di fronte a un femminicidio”, per lo specialista “occorre capire se siamo in presenza di una psicopatologia che altera la capacità mentale dell’omicidia o se invece l’atto violento è premeditato, una scelta deliberata e consapevole. Non si deve dare per scontato di essere sempre nel primo caso – insiste il presidente degli psichiatri italiani – altrimenti si giustificano eventi che invece fanno parte della natura umana: violenza e aggressiva sopratutto del maschio”.

Per aiutare le donne che hanno avuto delle avvisaglie di comportamenti violenti dei proprio partner, conclude Carpiniello, “serve ascoltarle e non far passare in sordina le denunce. Ogni caso va valutato in maniera approfondita, con una forte attività di controllo da parte delle forze dell’ordine”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA