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Salute: protesi dentali fasulle, ecco come difendersi dai ‘furbetti’

Roma, 11 apr. (AdnKronos Salute) – Corone e impianti realizzati con materiali diversi rispetto a quelli dichiarati o contenenti percentuali di metalli potenzialmente tossici (come nichel o cadmio) ben al di sopra del consentito, senza che il paziente ne sia a conoscenza. Sono numerosi i casi di cronaca sul problema delle protesi dentali fasulle e […]

Di Redazione |

Roma, 11 apr. (AdnKronos Salute) – Corone e impianti realizzati con materiali diversi rispetto a quelli dichiarati o contenenti percentuali di metalli potenzialmente tossici (come nichel o cadmio) ben al di sopra del consentito, senza che il paziente ne sia a conoscenza. Sono numerosi i casi di cronaca sul problema delle protesi dentali fasulle e non a norma, come quelli verificatisi di recente nel milanese e in provincia di Ascoli Piceno. Per questo, l’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop), in occasione del suo decimo meeting Mediterraneo a Riccione il 13 e 14 aprile, si rivolge ai pazienti con alcuni semplici consigli, utili a tutelarsi dal rischio di incorrere in prodotti di scarsa qualità, che possono anche nuocere alla salute.

“Primo fra tutti – suggeriscono gli specialisti – si deve chiedere al dentista la dichiarazione di conformità della protesi rilasciata dal laboratorio odontotecnico, un documento che, raccogliendo specifiche informazioni riguardanti il dispositivo, compresi i materiali utilizzati per la sua realizzazione (e le rispettive percentuali), rende tutto il processo sicuro e tracciabile”. Altro consiglio dell’Aiop è di “chiedere al dentista una volta che la protesi è stata installata, suggerimenti su come eseguirne la pulizia e la manutenzione e seguirli con scrupolo. Poi, accertarsi che le terapie vengano effettuate da un dentista regolarmente iscritto all’albo e non da un odontotecnico”.

“Alcuni test da noi condotti avevano già rilevato come, a fronte di molte protesi a norma – spiega Paolo Vigolo, presidente di Aiop – vi fossero comunque le eccezioni: quelle, ad esempio, prive del certificato di conformità o che non dichiaravano la presenza di alte percentuali di nichel. I recenti casi di cronaca confermano il problema. I cittadini, però, devono sapere che esistono gli strumenti con cui difendersi. In base alla normativa 93/42 Cee, infatti, l’odontotecnico è obbligato a rilasciare al dentista la Dichiarazione di conformità per ogni protesi che gli viene commissionata. L’odontoiatra, a sua volta, è tenuto a consegnare tale certificazione al paziente, se quest’ultimo la richiede”.

“L’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop) – continua Vigolo – vuole essere al fianco dei cittadini affinché, consapevoli dei propri diritti, chiedano al dentista il certificato di conformità e, ancora prima, delucidazioni sui materiali con i quali la protesi sarà realizzata. Un paziente più attivo e informato contribuisce a rendere anche i professionisti più attenti”.

L’Aiop ha recentemente realizzato anche un opuscolo divulgativo sulle tipologie e le caratteristiche dei materiali con i quali sono costruite le protesi (scaricabile gratuitamente a questo link), per consentire ai pazienti di dialogare con il proprio odontoiatra, condividendone in modo ragionato le scelte cliniche.

“I cittadini devono sapere che le protesi non sono tutte uguali – aggiunge Giuliano Vitale, dirigente della sezione odontotecnica di Aiop – Anche se realizzate con i medesimi materiali, le percentuali dei diversi componenti possono essere differenti e incidere sui costi, la qualità e la durata del prodotto finale, oltre che sulla sua biocompatibilità, in relazione alle caratteristiche del paziente. Per questo motivo, è bene diffidare delle protesi offerte a prezzi particolarmente economici, che potrebbero essere state realizzate con procedure o materiali non idonei”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA