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Bellezza: boom ‘ritocchini’ tra ex obesi, +30% rischio complicanze

Roma, 24 mag. (AdnKronos Salute) – Dopo aver perso 40-50 chili grazie alla chirurgia bariatrica, per gli ex obesi scatta la necessità di un rimodellamento corporeo. “C’è un boom della richiesta di interventi da parte di questi pazienti. L’incremento della domanda arriva – afferma Adriana Cordova, presidente Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica […]

Di Redazione |

Roma, 24 mag. (AdnKronos Salute) – Dopo aver perso 40-50 chili grazie alla chirurgia bariatrica, per gli ex obesi scatta la necessità di un rimodellamento corporeo. “C’è un boom della richiesta di interventi da parte di questi pazienti. L’incremento della domanda arriva – afferma Adriana Cordova, presidente Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre) – da una parte dall’aumento della popolazione obesa, dall’altra dalle nuove tecniche della chirurgia bariatrica”. Attenzione però alla sicurezza – sottolineano gli esperti – notoriamente l’ex obeso è un paziente ‘difficile’, perché ha il 30% di possibilità in più di incorrere in complicanze e, come il paziente oncologico, ha spesso una lunga storia di sofferenza alle spalle”. L’intervento più eseguito è la lipoaspirazione seguito dall’addominoplastica.

“Rispetto al passato ora sono di più le persone che in seguito a importanti dimagrimenti sentono la necessità di eliminare i tessuti di rivestimento in eccesso (quelli molli e svuotati infatti limitano i movimenti e rendono difficile la cura dell’igiene personale) desiderando un corpo più armonioso”, aggiunge Cordova. Oggi e domani a Torino esperti e specialisti si riuniscono per il III congresso nazionale dell’Associazione Italiana Chirurgia Estetica dell’Obesità (Aicpeo).

Dai lavori dell’incontro, in particolare, emerge la crescita degli interventi eseguiti presso strutture convenzionate con il Servizio sanitario nazionale (con differenze da Regione a Regione, gli interventi sugli ex-obesi sono generalmente a carico del Ssn). “Nei mesi scorsi abbiamo chiesto ai nostri soci, la quasi totalità dei chirurghi plastici che si occupano di questi pazienti, di rispondere a un questionario già somministrato nel 2016 – spiega Maria Alessandra Bocchiotti, presidente del congresso Aicpeo e tesoriere. “In base ai risultati raccolti emerge che oggi il 43% dei chirurghi plastici che intervengono sugli ex obesi lavorano in ospedale e il 40% in struttura convenzionata. Due anni fa, i chirurghi che operavano in ospedale erano il 60%, contro il 22,5% di quelli in struttura convenzionata. Stabile, con circa il 17%, il numero di chirurghi plastici che affrontano questi interventi in strutture private”.

“Le strutture pubbliche non riescono a soddisfare la domanda – commenta Bocchiotti – anche considerando gli altri compiti in capo ai reparti di chirurgia plastica, con la ricostruzione post trauma e post oncologica, mammaria in particolare. L’aumento della disponibilità delle strutture convenzionate è una delle risposte per tenere sotto controllo l’allungarsi delle liste d’attesa”.

In base ai risultati raccolti con l’ultimo sondaggio, l’intervento più eseguito sugli ex-obesi è la lipoaspirazione, seguito dall’addominoplastica, con cui si rimodella l’addome, e dalla mastopessi, il cosiddetto lifting del seno. A giustificare il ‘successo’ della lipoaspirazione – osservano gli specialisti – il fatto che questo intervento sia spesso eseguito in abbinata con quelli di rimodellamento, migliorando ulteriormente il risultato finale.

“In ogni caso, il percorso chirurgico che permette a un ex-obeso di riacquistare una figura armonica a una piena funzionalità avviene in più tappe – conclude Cordova – perché gli interventi da sostenere sono diversi e, sempre in nome della sicurezza, non possono avere luogo nella stessa seduta operatoria”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA