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Ricerca: ‘quiete’ oro per il cervello, pause essenziali per neuroni

Roma, 18 giu. (AdnKronos Salute) – La quiete è d’oro, soprattutto per il nostro cervello. Che, nei momenti di pausa tra un picco di attività e l’altro, approfitta per crittografare minuziosamente le informazioni fino ad allora raccolte. Esattamente come la superficie oceanica, che può sembrare calma rispetto a quando si verifica uno tsunami, ma non […]

Di Redazione |

Roma, 18 giu. (AdnKronos Salute) – La quiete è d’oro, soprattutto per il nostro cervello. Che, nei momenti di pausa tra un picco di attività e l’altro, approfitta per crittografare minuziosamente le informazioni fino ad allora raccolte. Esattamente come la superficie oceanica, che può sembrare calma rispetto a quando si verifica uno tsunami, ma non è mai veramente immobile. Lo hanno provato i neuroscienziati del Medical College of Georgia dell’Università di Augusta, che ne parlano sulla rivista ‘Cerebral Cortex’.

La scienza ha messo in evidenza che i neuroni generano percezioni, pensieri e azioni emettendo impulsi elettrici chiamati appunto ‘picchi’. Molti ricercatori hanno però notato che può esserci una variazione nel modo in cui uno stesso neurone risponde a uno stimolo se si trova in uno stato di riposo. Tuttavia, ci deve essere una sorta di principio operativo che ci consente di pensare e agire in tempo reale anche in un momento di quiete. La squadra di Joe Tsien ha monitorato i neuroni di topo durante varie attività: la magia avviene proprio quando i neuroni entrano in uno stato atipico, quello non di picco, inevitabile fra una ‘esplosione’ e l’altra.

Questi spazi silenziosi sono chiamati intervalli intermedi. E gli esperti hanno identificato 15 gruppi cellulari nella corteccia e nell’ippocampo del cervello che lavorano insieme in questi momenti per controllare e far fruttare al meglio il ciclo del sonno, la percezione di dove ci si trova e le reazioni in risposta a ciò che si vede.

“Questi momenti vendono le cellule comportarsi come una sorta di cricca”, dice il ricercatore. “E le ‘cricche neurali’ si uniscono per codificare un flusso di pensieri o un insieme di azioni: questo non porta a molte nuove informazioni, ma è uno stato fondamentale” per l’elaborazione di quelle già pervenute.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA