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Sanità: sprecati 2 euro su 10, allarme Ocse e rivista Lancet

Roma, 10 gen. (AdnKronos Salute) – Oltre 2 euro su 10 sprecati in sanità: è indispensabile recuperarli. A rilanciare l’allarme sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, compreso quello italiano, sono la rivista The Lancet, che ha lanciato ieri a Londra la serie di articoli ‘Right Care’, e l’Ocse nel report presentato oggi: “Il sovra-utilizzo e il […]

Di Redazione |

Roma, 10 gen. (AdnKronos Salute) – Oltre 2 euro su 10 sprecati in sanità: è indispensabile recuperarli. A rilanciare l’allarme sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, compreso quello italiano, sono la rivista The Lancet, che ha lanciato ieri a Londra la serie di articoli ‘Right Care’, e l’Ocse nel report presentato oggi: “Il sovra-utilizzo e il sotto-utilizzo di servizi e interventi sanitari hanno raggiunto proporzioni epidemiche, non solo mettendo a rischio la sopravvivenza dei sistemi sanitari di tutto il mondo, ma anche minando la possibilità di una copertura sanitaria equa e sostenibile e del diritto universale all’assistenza sanitaria”, sottolineano gli esperti.

L’allarme è “in linea con quanto riportato dal Rapporto della Fondazione Gimbe sulla sostenibilità del Ssn 2016-2025 – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – Secondo le nostre stime, infatti, in Italia circa 11 miliardi l’anno vengono erosi da sovra e sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie, a cui si aggiungono oltre 13 miliardi ‘bruciati’ da frodi e abusi, acquisti a costi eccessivi, complessità amministrative e inadeguato coordinamento dell’assistenza”.

Secondo gli autori della serie di The Lancet, l’eccessivo e ingiustificato uso di interventi sanitari di efficacia non dimostrata e il sotto-utilizzo di prestazioni efficaci “convivono in tutti i sistemi sanitari a vari livelli, peggiorando esiti clinici, psicologici e sociali; determinando una impropria allocazione di risorse e, dunque, sprechi evitabili”. Tanti gli esempi: si ricorre impropriamente a Tac e risonanza magnetica per lombalgia e cefalea; antibiotici per infezioni virali delle vie respiratorie; densitometria ossea; test pre-operatori come Ecg, Rx torace, ecostress in pazienti a basso rischio; antipsicotici negli anziani; imaging cardiaco in pazienti a basso rischio; screening oncologici di efficacia non documentata (Psa, Ca-125); tagli cesarei senza indicazioni cliniche.

“Considerato che la maggior parte degli interventi sanitari si colloca in un’area grigia, dove il profilo rischio/beneficio non è così netto – afferma Cartabellotta – è indispensabile prendere in considerazione le preferenze dei pazienti. Non si può migliorare l’appropriatezza degli interventi sanitari senza un coinvolgimento di cittadini e pazienti in un processo decisionale condiviso, strategia di efficacia documentata – sottolinea – per ridurre sprechi, aspettative irrealistiche di malati e familiari e contenzioso medico-legale”.

Anche il rapporto dell’Ocse denuncia sprechi e inefficienze dei sistemi sanitari, quantificandone l’impatto: visto che la spesa sanitaria ha ripreso a crescere nella maggior parte dei Paesi dell’Ocse, il report rileva che ogni 10 euro spesi in sanità vengono sprecati sino a 2 euro, in quanto non migliorano la salute e il benessere delle persone o addirittura li peggiorano. Un’enorme opportunità dunque per recuperare preziose risorse ed aumentare il ‘value for money’, fanno eco gli esperti di Gimbe.

“E’ fonte di grande soddisfazione – prosegue Cartabellotta – constatare che la serie di The Lancet e il report dell’Ocse confermano le basi scientifiche del Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Ssn, le cui proposte sono dunque condivise a livello internazionale. In particolare, il processo di disinvestimento e riallocazione suggerito dal nostro Rapporto – conclude – viene legittimato come strategia irrinunciabile per garantire la sostenibilità di tutti i sistemi sanitari, che richiede una vera e propria ‘chiamata alle armi’ di tutti i protagonisti del Ssn”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA