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Lo psichiatra, dopo il terremoto c’è disperazione ma no ai tranquillanti

Roma, 19 gen. (AdnKronos Salute) – “La sensazione diffusa è di pericolo imminente e di grande rischio di catastrofe. Di essere sovrastati e annientati da un confronto impari tra le risorse disponibili e le forze naturali che si sommano l’una all’altra. Una spirale che da ansia e angoscia raggiunge situazioni di tipo depressivo, con punte […]

Di Redazione |

Roma, 19 gen. (AdnKronos Salute) – “La sensazione diffusa è di pericolo imminente e di grande rischio di catastrofe. Di essere sovrastati e annientati da un confronto impari tra le risorse disponibili e le forze naturali che si sommano l’una all’altra. Una spirale che da ansia e angoscia raggiunge situazioni di tipo depressivo, con punte di disperazione. Ma l’importante è stare insieme senza timore di chiedere aiuto e senza assumere tranquillanti”. E’ il quadro che traccia lo psichiatra e professore dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti, Massimo Di Giannantonio, commentando all’AdnKronos Salute i possibili risvolti delle scosse di terremoto che questa mattina hanno colpito di nuovo il Centro Italia.

Il terremoto, sottolinea lo psichiatra, si aggiunge come “drammatico sigillo a una condizione già complicata dall’emergenza maltempo e dalla mancanza di elementi minimi di sicurezza quotidiana. Mancano l’elettricità, il riscaldamento, le comunicazioni. Questo, soprattutto nelle popolazioni già frustrate dagli eventi sismici dello scorso semestre, crea un crollo di certezze, generando una condizione di precarietà che sfiora il rischio della disperazione”.

Ma cosa scatta di fronte alla terra che trema? “Ansia, angoscia, paura di essere sovrastati e annientati. Il rischio – spiega Di Giannantonio – è quello di un crollo psicologico, soprattutto per persone che hanno meno risorse, anziani, chi ha subito lutti, danni economici, delusioni professionali o familiari. E chi ha già subito un terremoto: quando a una frattura grave e recentissima se ne va ad aggiungere un’altra, il carico traumatico aumenta e i danni si sommano”. Al primo posto resta però la paura per la propria incolumità fisica: “Quando viene minacciato l’involucro abitativo nasce il rischio che la protezione non sia sufficiente e adeguata”, analizza l’esperto.

“Tra le conseguenze più comuni – ricorda lo psichiatra – c’è il disturbo post-traumatico da stress. Difficoltà nell’adattamento e nello svolgere compiti quotidiani, che può durare da 0 a 6 mesi ma che può manifestarsi anche in forma più grave e compromettere la sicurezza interna, la progettualità per il futuro. Può portare insonnia, perdita di appetito e di peso, depressione”. Per superare il trauma il consiglio è quello di “non prendere i tranquillanti – raccomanda Di Giannantonio – L’ideale è stare molto insieme, comunicare le proprie angosce e scambiare emozioni, non avere paura di chiedere aiuto e di manifestarsi vulnerabili e deboli”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA