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Appello a ministero e Regioni, Tavolo di confronto nazionale per evitare ripetersi emergenza

Milano, 20 gen. (AdnKronos Salute) – “Sono 6 milioni i cittadini italiani che in questi giorni, quotidianamente, ricevono una risposta dal proprio medico di famiglia. Le visite quotidiane si sono in media quasi raddoppiate (da 50 a 80 per ogni professionista), a cui si aggiungono decine di telefonate. A ciò si aggiunge l’esplosione del numero […]

Di Redazione |

Milano, 20 gen. (AdnKronos Salute) – “Sono 6 milioni i cittadini italiani che in questi giorni, quotidianamente, ricevono una risposta dal proprio medico di famiglia. Le visite quotidiane si sono in media quasi raddoppiate (da 50 a 80 per ogni professionista), a cui si aggiungono decine di telefonate. A ciò si aggiunge l’esplosione del numero degli accessi alle sedi di continuità assistenziale (ex guardia medica), che garantiscono l’offerta assistenziale della medicina generale anche durante il sabato e la domenica. I medici di famiglia e di continuità assistenziale sono in prima linea e senza il loro impegno, dall’emergenza si potrebbe passare alla catastrofe”. Così Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale, in occasione della riunione della Segreteria nazionale Fimmg oggi a Roma.

“Non ci vogliamo chiamare fuori – precisa Scotti – L’emergenza pronto soccorso è un problema reale – ammette – che necessita di una soluzione attraverso un modello collaborativo di riorganizzazione del territorio. Il nostro lavoro è curare la gente, non siamo un semplice filtro del pronto soccorso e i numeri ci danno ragione. Né lavoriamo per codici, noi lavoriamo per le persone”.

“Poiché siamo di fronte a un caso ‘sentinella’, ovvero a un’emergenza per certi aspetti forse non prevedibile (clima, psicosi meningite, mortalità e morbosità, epidemia influenzale) – prosegue Scotti – chiediamo al ministro della Salute e alle Regioni di avviare un Tavolo di confronto nazionale con tutte le categorie coinvolte, dai medici di medicina generale agli infermieri e ai responsabili dei pronto soccorso, per affrontare in modo organico il problema ed evitare di trovarci l’anno prossimo nella stessa situazione”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA