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Aborto: medici cattolici su non obiettori al S.Camillo, grave discriminazione

Roma, 22 feb. (AdnKronos Salute) – “In un panorama sanitario nazionale che va sempre più in frantumi, nella regione Lazio si indicono concorsi e si stipulano contratti a tempo indeterminato per il ruolo sanitario, ponendo tra i requisiti concorsuali la clausola ‘non obiettori’, distintivo discriminatorio aggiuntivo assolutamente inaccettabile”. Ad affermarlo, in una nota, è Filippo […]

Di Redazione |

Roma, 22 feb. (AdnKronos Salute) – “In un panorama sanitario nazionale che va sempre più in frantumi, nella regione Lazio si indicono concorsi e si stipulano contratti a tempo indeterminato per il ruolo sanitario, ponendo tra i requisiti concorsuali la clausola ‘non obiettori’, distintivo discriminatorio aggiuntivo assolutamente inaccettabile”. Ad affermarlo, in una nota, è Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani, che commenta la decisione di assumere al San Camillo di Roma 2 medici per garantire piena applicazione della legge 194.

“L’associazione medici cattolici – aggiunge Boscia – apprezza il parere del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha affermato che non è possibile reclutare personale sanitario con contratti a tempo indeterminato, ponendo il requisito ‘non obiettore’: modalità discriminatoria di reclutamento del personale, atteso che la legge prevede di cambiare idea nel corso della carriera lavorativa. E’ assolutamente intollerabile l’arroganza di politici e coordinatori sanitari e il pressapochismo violento con il quale irrompano nel mondo della salute”.

“Il management sanitario e le organizzazioni non possono ottemperare le loro esigenze applicando clausole contrattuali di ‘coercizione delle coscienze’ a tempo interminato, tra l’altro minacciando licenziamenti per inadempienze contrattuali e studiando bandi per selezioni blindate. Bandi studiati bene al fine di evitare che i medici una volta assunti possano diventare obiettori di coscienza. Nella dilagante disoccupazione medica e nella disperazione che affligge il mondo dei giovani medici disoccupati – ribadisce Boscia – questa discriminazione appare come una spinta inaccettabile ad appannare le coscienze e ad accettare contratti per bisogno economico di sopravvivenza”. I medici cattolici “di fronte a queste cosiddette assunzioni fidelizzate dirette a ‘determinare le interruzioni di gravidanza’, condannano tali atteggiamenti discriminatori nel reclutamento del personale, giudicandoli punitivi per la folta schiera dei medici in attesa di sistemazione lavorativa”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA