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Ambiente: Cognetti, Istituzioni chiariscano situazione dopo rogo Pomezia

Roma, 26 mag. (AdnKronos Salute) – Dopo “il clamore mediatico dei primi giorni sul rogo dello stabilimento di Pomezia, avvenuto a inizio maggio, le notizie sono diventate scarse, prive di elementi di dettaglio e in qualche modo contraddittorie. Come cittadini, prima ancora che medici specialisti o pazienti oncologici, vorremo sapere dalla Regione e dalle altre […]

Di Redazione |

Roma, 26 mag. (AdnKronos Salute) – Dopo “il clamore mediatico dei primi giorni sul rogo dello stabilimento di Pomezia, avvenuto a inizio maggio, le notizie sono diventate scarse, prive di elementi di dettaglio e in qualche modo contraddittorie. Come cittadini, prima ancora che medici specialisti o pazienti oncologici, vorremo sapere dalla Regione e dalle altre Istituzioni coinvolte qual è la reale situazione in quelle aree”. Lo afferma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro, riaccendendo i riflettori sull’incidente allo stabilimento di Pomezie e sulle conseguenze.

“Ogni giorno riceviamo centinaia di mail o telefonate da parte di cittadini laziali giustamente preoccupati per la loro salute – prosegue l’oncologo – Ricordiamo che l’Arpa Lazio già aveva rilevato livelli di diossina e furani 700 volte superiori alla norma, come anche di benzopirene molto elevati. Le diossine, in particolare – sottolinea – sono considerate inquinanti organici persistenti perché difficilmente degradabili e possono produrre gravi danni alla salute. E’ noto il loro potere cancerogeno, ma anche gli effetti negativi sul sistema immunitario, sulle ghiandole endocrine e sull’accrescimento. Nulla viene riferito al riguardo” dalle istituzioni preposte ai controlli.

“La nube tossica può aver portato a conseguenze nefaste anche dopo i nuovi focolai che si sono riattivati la scorsa settimana e che hanno richiesto l’intervento di due squadre dei vigili del fuoco – rileva Cognetti -Riguardo all’amianto, qualche giorno fa l’Osservatorio nazionale amianto ha denunciato la mancata vigilanza sull’impianto e ha intimato l’immediata messa in sicurezza: com’è noto, si tratta di un minerale estremamente nocivo che provoca il mesotelioma, una forma di tumore molto grave che colpisce la membrana dei polmoni”.

Da qui la richiesta che “sull’intera vicenda sia fatta, il prima possibile, estrema chiarezza. Bisogna accertare le cause e i responsabili che hanno portato a questo pericoloso incidente, prendere tutte le misure necessarie affinché fatti simili non capitino più e i provvedimenti per controllare nel tempo la salute e il benessere di tutti i cittadini della zona”, conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA