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Ricerca: riattivati i ricordi perduti per colpa dell’Alzheimer

Roma, 27 lug. (AdnKronos Salute) – Una possibilità di ricordare nomi, eventi e storie ‘rubate’ dall’Alzheimer. Le memorie perdute possono essere risvegliate, magari con l’aiuto del laser, come hanno dimostrato i ricercatori della Columbia University in uno descritto sul ‘New Scientist’. Questo dimostrerebbe che l’Alzheimer non distrugge i nostri ricordi, ma piuttosto blocca la nostra […]

Di Redazione |

Roma, 27 lug. (AdnKronos Salute) – Una possibilità di ricordare nomi, eventi e storie ‘rubate’ dall’Alzheimer. Le memorie perdute possono essere risvegliate, magari con l’aiuto del laser, come hanno dimostrato i ricercatori della Columbia University in uno descritto sul ‘New Scientist’. Questo dimostrerebbe che l’Alzheimer non distrugge i nostri ricordi, ma piuttosto blocca la nostra capacità di riportarli alla mente, spiega Christine Denny della Columbia University. Lo studio, condotto sui topi, suggerisce dunque che i ‘buchi’ nella memoria legati all’Alzheimer non sono frutto di ricordi cancellati per sempre, ma solo bloccati. Ricordi che potrebbero essere risvegliati attivando artificialmente i neuroni che li custodiscono.

Ma in che modo risvegliare i ricordi? Il team ha usato topi geneticamente modificati, i cui neuroni diventavano gialli se attivati durante l’accumulo di ricordi e rossi in fase di rimembranza. Sono stati creati due set di topi, uno sano e uno con una condizione simile all’Alzheimer nell’uomo. In questo modo i ricercatori hanno scoperto che, usando una tecnica chiamata optogenetica, si potevano riattivare i ricordi perduti per via dell’Alzheimer.

Applicando una luce laser blu nel cervello, i ricercatori sono stati in grado di stimolare i neuroni giusti, ‘riaccendendo’ il ricordo di un evento pauroso: i topolini, che prima erano indifferenti se sottoposti ad uno stimolo evocativo, dopo si paralizzavano dalla paura. Questo mostra che le memorie perdute in realtà possono essere recuperate.

Certo, l’optogenetica non è una tecnica che possa essere usata così nelle persone, ma in futuro farmaci mirati o tecniche come la stimolazione cerebrale profonda potrebbero aiutare le persone con Alzheimer a ritrovare i ricordi persi, spiega Denny. Ora il prossimo passo sarà confermare se lo stesso meccanismo di conservazione e recupero dei ricordi esiste nei malati di Alzheimer.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA