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IL G7 E LA SICILIA: L’ETNA DÀ LEZIONI DI MARKETING

Di Redazione |

Manca poco al g7 che si terrà a Taormina a fine maggio e pare che nulla debba succedere. A buttare a mare le occasioni di visibilità i siciliani sono sempre più bravi, specialmente adesso – periodo in cui si avvicinano le elezioni. Ma siamo sicuri che ai siciliani, come popolo, gli interessi qualcosa della battaglia di Crocetta contro il pd, delle brame di potere sulle camere di commercio, delle mafie dell’antimafia, quando tutto quello di cui la Sicilia può vivere (turismo, cultura, importanza del suo ruolo nel mediterraneo – soprattutto in questo periodo storico, caratterizzato dalle migrazioni, dallo scontro tra religioni, dallo scontro per il petrolio) sarà sotto i riflettori globali e nessuno pare impipargliene nulla (soprattutto a Crocetta, al quale pare importare il futuro dei suoi fedelissimi in una battaglia elettorale che lo porterà, bene che vada, a prendersi un paio di assessorati nel futuro governo della regione)? Avessimo un minimo di intelligenza o di voglia di fare a quest’ora non staremmo a parlare dell’indagine sull’ex pm Ingroia per peculato, ma di conferenze sul mediterraneo, di mostre d’arte importanti capaci di intercettare il pensiero contemporaneo sui muri (di mattoni, d’acqua, del pensiero), di trumpisti e antitrumpisti, perché no di terrorismo. Staremmo a interrogarci – avendo cervello – su come promuovere l’Etna che – avendo cervello – sta dando il meglio di sé come se di marketing turistico ne capisse più di Anthony Barbagallo (che mi dicono persona preparata, e allora prenda questa come un invito: sia internascional uacciuari non solo nel nome). Al momento so soltanto di due iniziative: una dell’aeroporto di Catania (grazie all’a.d. Nico Torrisi e alla presidente Daniela Baglieri) e l’altra di Fiumara d’Arte (grazie ad Antonio Presti e Gianfranco Molino). Due! Quando dovebbero essere centinaia! Questa rubrica, il blog a questa collegata su lasicilia.it, il giornale, sono aperti al dibattito e a dare visibilità a chi vuol dare visibilità alla Sicilia. Ma a guardarsi intorno, come dicono quelli studiati, cascano un po’ le balluzze per terra.

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