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Dalla danza classica alla break dance: tra i b-boy c’è una b-girl catanese

Di Mariella Caruso |

– Qual è stata la cosa più difficile con la quale ti sei dovuta confrontare?

«Nulla di tecnico. La mia prima preoccupazione è stata quella di guadagnarmi la fiducia di tutta la crew. Per me che ho ancora 21 anni e non godo di notorietà è stato non è stato semplicissimo riuscirci e sono stata un po’ sotto pressione. Di primo acchito, probabilmente, ai miei nuovi compagni di viaggio potevo anche non sembrare adatta al ruolo».

– Invece?

«Tutto è cambiato nel giro di cinque giorni. Ho cercato di essere velocissima nell’apprendimento e in poco tempo sono riuscita a entrare nei meccanismi di uno spettacolo ormai rodato da anni di esperienza. La prima, e ancora unica, esibizione pubblica con loro è stata all’Idroscalo di Milano, con appena pochi giorni di prove, al Red Bull Flugtag».

– Hai trovato disponibilità da parte dei b-boy?

«Tantissima, si vedrà tutto in una serie di video che documentano i miei cinque giorni d’apprendimento (ride). Naturalmente le cose sono migliorate nel tempo anche perché, col passare dei giorni, il mio inglese è migliorato e anche la comunicazione fra di noi».

– Che spettacolo è Red Bull Flying Bach?

«Sono 70 minuti di ballo e comicità, un racconto a passi di danza in cui la musica di Bach è un ingrediente fondamentale. Io l’ho visto per la prima volta a Madrid e sono rimasta estasiata. Lo stesso era per gli altri spettatori che scandivano il tempo e si emozionavano con i ballerini in scena. Spero che anche in Italia la reazione sia simile».

– Non ne sei convinta?

«Il pubblico italiano non è dei più calorosi, non mi aspetto certo che si mettano a battere mani e piedi, ma mi piacerebbe che s’incuriosisse».

– Oltre alla danza classica accennerai passi di break dance?

«Sì, ma giusto quelli necessari. L’hip hop è uno stile che apprezzo, ma non mi appartiene per niente. Anche se ho assimilato quello che mi serve per lo spettacolo, sarei ridicola se cercassi di fare più di quello che ho imparato».

– Ti dispiace non fare tappa a Catania con lo spettacolo?

«Sì, anche perché tantissimi amici mi avevano chiesto di potermi venire a vedere. Invece chi vorrà dovrà spostarsi: i miei genitori, per esempio, verranno a vedermi a Roma».

– Sai già cosa farai dopo il tour italiano con i Flying Steps?

«Tornerò ad Amburgo e resterò lì fino a gennaio per allenarmi, il mio obiettivo è quello di dimostrare alla crew che sono matura per andare con loro in tour in tutto il mondo».

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