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Simona Distefano, Maddalena catanese nel musical “Jesus Christ Superstar”

Di Ombretta Grasso |

Simona non ha mai avuto dubbi, questo è il suo mondo: «Ho sempre avuto un obiettivo chiaro, il teatro, la musica, il palcoscenico. Semmai qualche difficoltà nell’accettare di camminare su una strada sempre incerta – racconta ora al telefono – A cinque anni ho cominciato a studiare danza con mia sorella, poi, ho iniziato a coltivare in segreto la passione per il canto». Dopo la maturità classica, la scelta di trasferirsi a Bologna in un’accademia artistica. «Mi hanno aiutato follia e razionalità dell’essere giovani, non vedevo ostacoli ma solo la voglia di cantare e ballare. E soprattutto mi hanno aiutata i miei, nonostante le loro preoccupazioni». I suoi primi fan: mamma medico e papà che lavora all’Istituto nazionale di Fisica, una sorella che studia Medicina. «Ho provato con l’università, in Lingue e al Dams – racconta Simona – ma la mia strada era un’altra».

Il lavoro è arrivato subito: Lucy van Pelt in Snoopy – il musical, Fantine ne Les Mirasebles, strega in Biancaneve, poi La febbre del sabato sera e The best of musical con la regia di Chiara Noschese, Anita in West Side Story. La svolta? «Quando Piparo mi ha proposto Maddalena, la prima responsabilità. La vita è cambiata in un momento. La interpreto dal 2014, ora fa parte di me». Nell’opera rock più amata – in un allestimento che con quattro diverse edizioni Piparo ha portato in trionfo per 23 anni, 12 consecutivi in cartellone nei teatri italiani, con un tour che ha trionfato in Olanda – Simona recita a fianco dell’attore che fu il protagonista del film, icona del capolavoro di Lloyd Webber e Rice. «All’inizio non riuscivo neanche a toccarlo tanta era l’emozione di essere dentro una produzione così importante, ogni sera accanto a lui imparo qualcosa».

La sua Maddalena, racconta «ha tratti molto dolci, ma anche un aspetto ribelle, è un personaggio stimolante. Un suo brano è stato una hit, tante persone cantano durante lo spettacolo, il pubblico si entusiasma ovunque con Jesus Christ Superstar, è un cult, un musical che ormai fa parte del nostro dna. Ha una grande potenza, una magia straordinaria». Lei insegue Cabaret, Chicago o Il bacio della donna ragno, «adoro le loro atmosfere noir, quasi da teatro brechtiano», e vorrebbe proseguire tra musical, «mi dà la possibilità di esserci a 360 gradi: canto, ballo, recito», musica, «magari un progetto con una band», e cinema «sogno di essere una eroina di Tarantino».

A un talent show non ha mai pensato. «E’ una bella chance, ma se non si possiede una forte personalità, anche artistica, ci si può smarrire. Il talento? Conta, ci vuole grande sensibilità per essere un artista, ma quello che fa la differenza è lo studio, l’impegno. Vivere per stare in scena».

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