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I magnifici 4 catanesi: «In cartone ondulato la casa del futuro»

Di Maria Ausilia Boemi |

«La costituzione della start up – spiega l’ingegnere Distefano – è avvenuta nel 2015, però il nostro brevetto e i nostri studi sono precedenti. È partito tutto da una ricerca per la mia tesi magistrale sui materiali sostenibili da utilizzare in architettura. Partito con l’utilizzo del legno, sono approdato al cartone ondulato, rivelatosi un materiale unico. Oggi in questo ambito siamo una realtà unica a livello locale e, anche a livello nazionale e internazionale, le aziende che costruiscono col cartone ondulato sono pochissime».

Finora i 4 “cervelli” etnei, che in questi anni hanno spesso collaborato con l’ingegnere architetto Nicola Timpanaro che lavora a Parigi, hanno realizzato progetti di ristrutturazioni di interni nell’ambito del design e dell’arredamento (tramezzi, arredamento innovativo col cartone ondulato come materiale base in alcune case), allestimenti d’interni per negozi e allestimenti espositivi per aziende all’interno di padiglioni e fiere. «Un percorso che ci ha permesso di avere utili tali da potere proseguire con la ricerca».

Una ricerca che ha sempre più messo in luce quanto il cartone ondulato, «ingiustamente relegato nell’ambito dell’imballaggio e del trasporto, abbia prestazioni molto elevate anche in altri settori». Ad esempio nella costruzione di muri al posto del cartongesso: «E se, in questo caso, a livello economico siamo alla stessa stregua, come sostenibilità ambientale il cartone ondulato ha prestazioni di gran lunga superiori al cartongesso, materiale inquinante, mentre il cartone è un materiale che può essere smaltito con la raccolta differenziata della carta».

Secondo la tabella di marcia prevista, entro quest’anno, al massimo ai primi del 2018, i 4 professionisti avranno configurato il primo prototipo di abitazione tutta in cartone ondulato. Una casa che promette un risparmio energetico ottimale, «perché il cartone già di per sé ha proprietà termo-resistenti molto elevate, ed è quindi un materiale che si presta benissimo all’utilizzo in ambito di strutture di parete. Inoltre, con il nostro metodo brevettato, riusciamo a incrementare questa resistenza con riempimenti di materiali naturali: dalla semplice cellulosa, alla canapa industriale per arrivare alla paglia e all’argilla espansa. Riusciamo così a cambiare le prestazioni del materiale, in base ai riempimenti che diamo. Inoltre, con opportuni trattamenti idrorepellenti e ignifuganti, totalmente naturali e che non ne pregiudicano la sostenibilità, questo cartone diventa anche idrorepellente e ignifugo».

 

Pareti a tutti gli effetti, dunque: «L’unica differenza rispetto ai materiali tradizionali è che noi lavoriamo con il pannello-parete finito con le misure finali: in altre parole, la nostra parete viene confezionata in fabbrica con le dimensioni che andrà ad assumere in sito. Quindi, rispetto al cartongesso, fornito in pannelli poi da sagomare, noi abbiamo già fatto tutte queste fasi in fabbrica. La stessa cosa avviene per gli involucri edilizi completi, per i moduli abitativi, che hanno tra l’altro già al loro interno tutte le ingegnerizzazioni del pannello parete». Per capirci, impianti idraulico, idrico, di riscaldamento e così via, «tutto finito già all’interno dei pannelli, lungo canaline predisposte: una volta portati i pannelli in opera, questi vengono posati in sito già con tutti gli impianti passati».

Si tratta di un’architettura modulare, di prefabbricazione, che non prevede – e questo potrebbe essere uno svantaggio – che ci sia una variazione in corso d’opera di alcune componenti, «perché il progetto va tutto ingegnerizzato a monte, in maniera da avere un prodotto finito il più possibile fedele al progetto».

Diversi i vantaggi: il risparmio energetico («le caratteristiche del cartone, opportunamente trattato, prevedono resistenze termiche elevate – a differenza delle altre case prefabbricate – e, quindi, un comportamento quasi passivo dell’edificio»); la sostenibilità ambientale («si tratta di materiali riciclabili, che non lasciano residui, a differenza delle altre case prefabbricate che, per mantenere spessori di pareti molto bassi, utilizzano per la coibentazione polistirolo e lana di roccia, materiali altamente inquinanti»); il prezzo competitivo rispetto a tecnologie concorrenti di prefabbricazione (dai container alle case su ruote per finire alle casette in legno): si ipotizza un prezzo di 800-900 euro al metro quadrato, rispetto a tipologie come il legno e le prefabbricazioni il cui costo si aggira attorno ai 1.800 euro al metro quadrato.

Gli svantaggi, invece, sono «che la modularità e la prefabbricazione lasciano poco spazio al libero arbitrio, all’esecuzione di variazioni sostanziali sul progetto. Un altro svantaggio potrebbe essere che il trasporto del materiale dalle fabbriche occupa volumi di ingombro notevoli. Il nostro materiale è leggerissimo, può essere posto in opera da maestranze senza l’utilizzo di mezzi meccanici, ma la movimentazione, trattandosi di pareti già confezionate, ha necessità di volumi di ingombro più elevati. Stiamo studiando come utilizzare la forma dei moduli per renderli inseribili in trasporti da corriere. Fermo restando che, mentre alcune aziende producono direttamente edifici completi che si possono trasportare direttamente in sito, noi invece produciamo gli elementi che vanno assemblati in loco».

Rapidissimi i tempi di costruzione in cantiere: «Ipotizziamo che si aggirino intorno alle due settimane, perché è come se fosse quasi un arredo in scatola di montaggio e tutta la fase di produzione e di studio è fatta a monte». I 4 tecnici stanno prevedendo vari tagli di abitazioni, dai 35 metri quadrati (il modulo minimo) in su, «con la possibilità di configurare una ripetizione modulare dell’abitazione stessa che possa crescere nel tempo».

Insomma, un’idea innovativa che si apre a un mercato in espansione, un esempio virtuoso di imprenditoria in Sicilia: ma cosa occorre fare per aiutare l’imprenditoria giovanile in un momento di crisi come questo? «Noi – spiega l’ingegnere Distefano – abbiamo voluto fortemente rimanere nella nostra terra, pur non ignorando che le difficoltà ci sono, anche a livello di conoscenze di determinate dinamiche: dalla costituzione di una start up innovativa all’accesso ai finanziamenti. Però, quello che non bisogna mai smettere di fare è credere nelle proprie idee e nel fatto che queste possono avere successo: la nostra terra è ricca di creatività e inventiva proprio perché dalle difficoltà siamo sempre stati in grado di trovare soluzioni. Questo approccio alla vita e al lavoro che ci caratterizza è, secondo me, un valore aggiunto e, di conseguenza, non bisogna smettere di avere coraggio e di credere nelle proprie idee».

Un consiglio che l’ingegnere Distefano non rivolge però solo ai coetanei, «ma anche alle persone un po’ più anziane, perché in realtà la creatività non si cancella con l’età. Più che altro, mentre i giovani non smettono di sognare, da grandi magari ci si fossilizza su un lavoro e le idee, la creatività si trascurano. Questo però non vuol dire che non ci siano, e lo dimostra il fatto che i grandi imprenditori sono in continua evoluzione creativa. Penso ad esempio anche all’azienda Stiltenda a Giarre, che ci ospita gratuitamente nei suoi locali: se nella visione dei fondatori di questa azienda storica – che sono di età più avanzata rispetto a noi – non ci fosse stata questa visione della creatività e dell’innovazione, noi non avremmo potuto realizzare la nostra impresa, perché abbiamo bisogno di ampi spazi e i costi di affitto dei capannoni industriali sono molto elevati e non sostenibili per una impresa alle prime armi».

Le maggiori difficoltà incontrate? «Sono state nella fase costitutiva, perché non tutti i consulenti erano aperti a questo tipo di innovazione. Fortunatamente, abbiamo trovato consulenti aziendali che hanno creduto nella nostra idea e gratuitamente ci hanno portati verso la costituzione della nostra start up. Un’altra difficoltà è stata legata ai costi del brevetto, perché in Sicilia sembra un mito fissare la proprietà su un’idea o un’invenzione: ci siamo quindi dovuti rivolgere a consulenti di Milano per essere seguiti, con costi molto elevati».

Nessun rimpianto infine – e questo allarga il cuore di fronte a tanti cervelli costretti invece a espatriare – per non essere emigrati: «Viviamo bene nella nostra terra e, fino a quando riusciremo a sostenere in particolare i costi di trasporto che qui in Sicilia sono elevati, noi resteremo volentieri nella nostra isola a continuare il nostro lavoro».

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